Cronaca

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Matteo Renzi  deve dare proprio un gran fastidio all'establishment del Pd, visto il conc erto globale di reazioni indispettite alla sua assemblea. Eppure questo Renzi non mi pare che sia un rivoluzionario, né uno che dice cosa nuove. Anzi. Spesso sono idee di una banalità sconcertante, ma sono le cose che pensa la gente comune, quella che non ha paura delle patrimoniali perché non ha patrimoni da difendere, non ha paura di aliquote perché non ha finanze, non ha paura di dover lasciare il posto ad altri (la poltrona in gergo) perché magari il posto lo ha già perduto. Renzi parla il linguaggio della gente mentre i politici altri, quelli che cercano di stroncarlo, magari deridendolo, o peggio trattandolo con sufficienza, non parlano questo linguaggio. Parlano un'altra lingua, la loro, la lingua dei corridoi e delle camarille partitiche, la lingua di chi il territorio non lo conosce bene perché in buona parte è stato scelto ed eletto dentro le mura di una c amera di segreteria del partito. Un discorso che non riguarda solo la sinistra e in particolare il pd, ma anche la destra brasata sulle poltrone spesso solo perché sodale del presidente-padrone. Non conosco Renzi, ma vedo che sta aggregando personaggi diversi, alcuni molto interessanti come l'ex sindaco di Torino Chiamparino. Dice alcune cose serie, normalmente serie. Magari è un po' strafottente. Pace, facciamocene una ragione. Ma penso che liquidarlo o sottovalutarlo in nome dell'ideologia  sia un grosso errore che il Pd non deve fare.