Cronaca

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Una mischia, un ultimo forte abbraccio, un urlo, quasi liberatorio, che racchiude tutta la rabbia per la morte di un 15enne, di un compagno di classe ma soprattutto di un amico. ??Ringhio? il pilone della squadra di rugby del Cus è stato salutato così dai suoi compagni, in un ultimo commovente intreccio di braccia, un abbraccio infinito quasi a non volerlo lasciare andare, a farlo stare ancora un po?? con loro. Attimi in silenzio per ricordare Ringhio come un atleta ma non solo, attimi per ricordare la gioia delle vittorie e l??amarezze delle mete subite, la fatica delle partite ma ora basta piangere ?? lo dice il fratello 17enne?? lui non avrebbe voluto e allora ecco l??urlo, l??urlo con cui i suoi compagni hanno detto addio al loro pilone. Occhi lucidi, gonfi di lacrime, sguardi persi nel vuoto, ancora increduli per una tragedia più grande di loro, una tragedia che in una domenica pomeriggio di giugno si è portata via, in un modo ancora non chiaro, il loro amico. Una chiesa, quella di Genova Albaro, troppo piccola per contenere la marea di gente che si è voluta stringere intorno a Stella, Graziano e a Guglielmo per far sentire loro affetto, solidarietà, perché ?? come ha ricordato il parroco ?? il dolore e la sofferenza non sono fatti privati, sono di tutti -. ??Ringhio? in chiesa l??hanno accompagnato i suoi compagni di squadra, tutti uniti, tutti con indosso la maglia della squadra di rugby del Cus, magliette bianche e rosse a strisce orizzontali che spiccavano in mezzo a tantissimi ragazzi e ragazze che si stringevano l??un l??atro impietriti da una tragedia inspiegabile. Un caldo abbraccio ha accolto Miki in chiesa, un abbraccio che è continuato nelle parole di due sue compagne di classe che hanno letto due lettere frutto dei ricordi di scuola, di quei momenti che lì per lì non sembrano importanti, flash che raccontano la vita di un ragazzo perfetto. Perché come ha detto qualcuno la morte non è niente sono solo nascosto nell??altra stanza.