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Manifestazione davanti al Palazzo della Regione e domani a Tursi. In consiglio comunale il consigliere Gozzi presenta un ordine del giorno fuori sacco
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di Andrea Popolano

GENOVA - Chiedono risposte alle istituzioni i lavoratori di Algowatt, società di informatica e automazione che ha la sua principale sede a Genova dove lavorano in 63. Algowatt è nata nel 2020 dalla fusione fra TerniEnergia e Softeco. E allora l'auspicio è quello di ottenere una ricollocazione per delle professionalità di esperienza e di livello. Si tratta di amministrativi, informatici, esperti di marketing e di grafica.

I lavoratori denunciano di essere senza stipendio da dicembre e con un "organico sempre più ridotto, i 63 dipendenti sono fortemente preoccupati per il loro futuro lavorativo. Nel corso degli anni la sensazione di incertezza ha indotto molti dipendenti, più di due terzi, a dimettersi per lavorare per altre aziende più solide. Questo ha causato una fortissima perdita di competenze tecniche e negli ultimi mesi la situazione è precipitata: la maggior parte dei lavoratori si ritrova in cassa integrazione a zero ore, mentre altri non ricevono retribuzione".

Per questo dopo il presidio di mercoledì scorso i sindacati hanno organizzato altre due manifestazione, una oggi, martedì 6 febbraio davanti al consiglio regionale della Liguria e l'altro domani mercoledì 7 febbraio davanti a Palazzo Tursi. I rappresentanti sindacali hanno incontrato l’ufficio di presidenza del consiglio regionale e la conferenza dei capogruppo. L'assessore competente ha preso in carico la questione dei lavoratori e verrà aperto un dialogo diretto con i commissari. Martedì prossimo in consiglio regionale verrà portato un ordine del giorno con al centro il futuro dei lavoratori della Algowatt.   

In consiglio comunale a Genova il consigliere di Vince Genova Paolo Gozzi presenta un ordine fuori sacco in cui chiede al sindaco Bucci e alla giunta di attivarsi, anche attraverso il tavolo tecnico del lavoro istituito presso l’assessorato al Lavoro e allo Sviluppo economico, per favorire il più ampio incontro fra le professionalità tuttora presenti in Algowatt e tutti i soggetti pubblici e privati, comprese le associazioni di

categoria, potenzialmente in grado di tradurre proprie necessità professionali in domanda di lavoro e a partecipare ad apposita seduta di Commissione consiliare da convocarsi al fine di approfondire lo stato di crisi aziendale, alla presenza delle rappresentanze sindacali e dei Commissari giudiziali che attualmente reggono l’azienda".

La vicenda della Algowatt si è aggravata negli ultimi mesi quando nell’estate 2023 l’azienda ha presentato istanza di gestione controllata della crisi, respinta dal tribunale di Milano nel novembre 2023. Nel mese di ottobre è stato siglato un accordo per il ricorso al contratto di solidarietà per tutti i lavoratori della sede di Genova, misura rivelatasi insufficiente anche a causa della successiva chiusura della linea di credito da parte degli istituti bancari, conseguente al diniego della ricomposizione del debito.

A fine dicembre l’azienda ha avviato la procedura di consultazione sindacale per la richiesta della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori di Algowatt. Il 5 gennaio il Tribunale di Milano ha accolto “con riserva” il ricorso per l’ammissione della società alla procedura di concordato preventivo, nominando nel medesimo provvedimento i Commissari giudiziali e concedendo il termine ultimo del 4 marzo per la presentazione di una proposta definitiva di concordato preventivo o di una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti.

 

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