GENOVA - A sei anni dalla tragedia di ponte Morandi avvenuta il 14 agosto 2018 che causò la morte di 43 persone Egle Possetti, portavoce del comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, durante la cerimonia in ricordo di chi ha perso la vita in quella tragica mattina ha ricordato il dolore causato da quella tragedia e l'attesa dei familiari per avere una giustizia e il riconoscimento dei colpevoli di quanto accaduto sei anni fa.
"Sono trascorsi sei lunghi anni, un tempo dilatato che non è riuscito a placare il nostro dolore, che muta, ma che rimane aggrappato al nostro cuore senza potersi staccare. Il tempo ha trasformato lo scenario di fronte ai nostri occhi ed abbiamo sempre cercato di navigare, contrastando i venti contrari che ci hanno accompagnato in questo tempo. Nel processo, che sta portando avanti la ricerca della verità, stiamo lottando insieme ai nostri legali ed alla Procura per l’emersione dell’unica verità possibile contro ogni mistificazione, contro ogni tentativo di purificare l’acqua che scorre intorno a noi e che cerca di lavare via il segno lasciato dalla perdita di 43 persone. C’è un enorme e complesso lavoro dietro alla ricerca della verità e lo rispettiamo con tutto il cuore per l’imparzialità con cui deve essere svolto. Questa vergogna nazionale vede alla sbarra appartenenti alle società interessate e parti che appartenevano od appartengono agli uffici pubblici, un insieme di mancanze, carenze, incompetenza e delinquenza che ha permesso che quel giorno segnasse la fine per 43 persone che avevano il diritto di vivere ancora la loro semplice esistenza. In questa vicenda è mancato anche il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione che garantisce la tutela della salute dei cittadini, che in questo caso non hanno solo perso la salute, ma hanno perso la vita. La giustizia dovrà essere efficace, dovrà garantire alle vittime la verità, è nostro dovere di cittadini vigilare costantemente, tutti insieme, pretendere che la legge possa sempre essere, anche per il futuro, uguale per tutti nel pieno rispetto dell’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale".
I familiari delle vittime chiedono rispetto alle istituzioni e alla politica in generale: "Noi rispettiamo le istituzioni e le abbiamo sempre rispettate perché ci devono rappresentare tutti, ma dobbiamo anche pretendere che loro rispettino noi cittadini, per tutto il dolore, la fatica, il lavoro, la passione che ogni cittadino onesto mette in campo per il bene collettivo, nel nostro caso oltre al rispetto si aggiungono dei doveri verso chi, suo malgrado, ha perso per sempre un pezzo del proprio cuore, non strumentalizzate il nostro dolore, le nostre emozioni, i nostri pensieri, noi possiamo esprimerci su certi argomenti con educazione perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle un’esperienza così potente, così forte con tante emozioni, tanta rabbia, tanto lavoro ed abbiamo purtroppo compreso certi meccanismi che regolano il nostro mondo".
Poi l'attenzione ai lavori in corso in Valpolcevera per la realizzazione del memoriale che dovrebbe essere inaugurato a novembre ma anche la necessità di non dimenticare quanto avvenuto: "Il Memoriale, importantissimo luogo di ricordo e consapevolezza collettiva sta prendendo forma con grande lavoro, grandi professionalità e molto impegno di tutti, speriamo presto di poterlo inaugurare con l’enfasi necessaria e la solennità che merita, affinché diventi luogo di espiazione, di conoscenza storica, di monito costante, di ricordo perenne, contro ogni tentativo di rendere nebulosa la memoria collettiva, che purtroppo si sta dileguando nel tempo, la memoria sopita è conveniente, anche per il potere economico che sta ricevendo un duro colpo dopo l’emersione del marciume alla base della tragedia, quanto emergerà nel processo dovrà essere gridato, dovrà essere illuminato per rispetto a quelle vite che si sono volatilizzate e per tutti noi cittadini che abbiamo bisogno di continuare a sperare che qualcosa intorno a noi sia ancora limpido. Il nostro disegno di legge, per dare dignità alle vittime come vittime dell'incuria, è al giro di boa, speriamo possa essere anche un nostro dono per il futuro, segno del lavoro fatto, dell’impegno portato avanti in questi anni, auspichiamo che la futura legge non debba mai più essere utilizzata, segno che la tragedia del Ponte Morandi avrà segnato una svolta. Abbiamo visto un grande impegno negli ultimi mesi per il raggiungimento di questo risultato e per questo siamo grati, auspichiamo che finalmente tutti i tasselli stiano andando al loro posto, sarebbe un grande segno di civiltà".
Attenzione poi rivolta alle infrastrutture del Paese e al necessaria monitoraggio, cura e tutela, primario compito da parte delle istituzioni: "Il lavoro sulle infrastrutture deve continuare con grande attenzione, con impegno costante anche con il controllo esterno sul lavoro delle concessionarie, troppo è rimasto da fare dopo oltre 20 anni di incuria totale ed i nostri occhi non vogliono più vedere altre sofferenze per gravi carenze ed omissioni. Il lavoro di ricerca continua per la pulizia e la rettitudine nelle nostre istituzioni deve andare avanti, i cittadini devono avere garanzia che il lavoro degli eletti sia sempre nell’interesse collettivo e non di alcune parti e che sia all’altezza del mandato ricevuto, è un principio basilare che purtroppo negli anni ed in molti luoghi abbiamo visto tradito molte volte".
E poi il finale con il monito affinché una tragedia del genere non avvenga mai più e la spinta rivolta a tutti a denunciare quello che non va all'interno della società: "Noi viviamo costantemente la nostra vita in mezzo ad emozioni, in mezzo a colori, immagini e pensieri opposti che si affollano nella nostra mente: il colore del sangue dei nostri cari che ha smesso di scorrere libero nel loro corpo sei anni fa in questo luogo, il colore della passione che ci anima nella lotta per la verità, l’amore che porteremo dentro di noi per sempre, l’energia che ci aiuta a vivere, la nostra tenacia. Per contro l’oscurità che ha attraversato questa nazione quando è avvenuta la tragedia, il lutto che ci porteremo dentro per tutta la vita, la coltre scura che ha avvolto la vicenda della concessione per anni ed anni, la negazione ed opposizione alla verità, la morte. Non è semplice andare avanti per noi, ma grazie alla forza che portiamo dentro, ed alle persone che ancora oggi ci sono vicine con sincerità ed amore, cerchiamo di farlo è un nostro dovere verso chi non è più con noi. Vi ringrazio e vado a concludere citando una frase di Martin Luther King che dovrebbe sempre permeare tutti noi …'Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano'.
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci