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E’ stato un protagonista degli anni Sessanta e Settanta. Il playboy secondo soltanto a Gigi Rizzi. Loro due hanno vissuto un ‘68 particolare, controcorrente. Mentre i giovani si agitavano a Parigi, nelle capitali europee e anche a Genova, loro due animavano il jet set internazionale, diventavano gli “amateurs” per eccellenza, creavano il nuovo divertimento inventando le discoteche che avrebbero cancellato i vecchi night d’antan. Ma soprattutto Gigi Rizzi e Beppe Piroddi conquistavano le donne più belle e desiderate del mondo.
Beppe Piroddi, genovese, se ne è andato in silenzio dopo una breve malattia, assistito dalla sorella Mirella. Se Rizzi, genovese di adozione, morto nel 2013, era il re dei playboy, Piroddi era il signore del jet set. Elegante, silenzioso, borghese.
Figlio di Renzo Piroddi, bravissimo medico-scrittore, inventore della dieta mediterranea quando negli anni ‘60 era una parola sconosciuta , direttore della rinomata colonia Arnaldi di Uscio, Beppe con Rizzi si trovò catapultato a Saint Tropez dove l’amico aveva conquistato niente di meno che Brigitte Bardot.
Cominciarono con i locali. Basta night zeppi di orpelli, ori e vellutoni. Porte aperte nelle prime discoteche, con i dj, i nuovi balli. Uno stile assolutamente innovativo. Piroddi “rubò” la splendida fidanzata del maestro dei play boy, Porfirio Rubirosa. Lei si chiamava Odile Rodin. I loro volti occuparono per alcune stagioni le copertine dei settimanali.
Era davvero un contro-sessantotto che durò parecchio. Dalle discoteche famose come il Number One, ai ristoranti super stellati come il mitico Caffe’ Roma di Milano e New York, amato da Andy Warhol. Le feste dai Kennedy e dai Rothschild, il salto nella finanza.
Negli ultimi anni Piroddi era ritornato a Genova. Gigi Moncalvo gli aveva dedicato un libro dal titolo L’Amateur. “Questo libro -scriveva - è il biglietto d’ingresso a una festa durata trent’anni, in compagnia di un uomo che sa cogliere l’attimo”.
IL COMMENTO
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