LIGURIA - "Non sono un'eroina, siamo solo stati fortunati". A dirlo è Ilaria Gallio, la maestra che in seguito al malore dell'autista del pullman sul quale viaggiava insieme a 50 bambini e tre colleghe verso una meta sciistica per una gita scolastica ha preso il controllo del mezzo e lo ha fatto fermare contro un muro, evitando conseguenze drammatiche. Il bilancio infatti è stato di dieci bimbi all'ospedale in codice verde (più per lo spavento), due docenti lievemente feriti e l'uomo alla guida ricoverato in codice giallo. "È successo in modo casuale - racconta -, non sapevo quali conseguenze avrebbero avuto le mie azioni".
A10, autista ha malore: maestra eroe evita la tragedia - I FATTI
Gallio era seduta in prima fila perché soffre la macchina, "ero dietro il conducente dal lato del corridoio - spiega -. L'autobus ha cominciato a sbandare e all'inizio abbiamo pensato che l'autista stesse guidando molto male, poi lo scuolabus ha toccato il muro a destra della carreggiata e mi solo alzata". A quel punto Gallio si è resa conto di trovarsi in una situazione d'emergenza: "Ho visto l'autista riverso sul volante, credevo si fosse addormentato. Ho provato a svegliarlo ma non sono riuscita, allora ho provato a tenere l'autobus al centro della corsia ma era difficile perché c'era il suo corpo sopra. Abbiamo urtato il guardrail e abbiamo rallentato, poi ci siamo schiantati contro il muro nell'altra corsia. Per fortuna stiamo tutti bene".
Maestra eroe salva 50 bambini in A10: il riconoscimento di Regione - I RINGRAZIAMENTI
La giovane maestra nonostante la situazione di pericolo e le rare guide in macchina, "preferisco spostarmi in scooter" racconta, è comunque riuscita a mantenere un'estrema lucidità durante la guida: "Quando ho visto l'autista mi sono spaventata ma quando ho iniziato a guidare mi sono estraniata completamente dalla situazione, mi sembrava di essere in un videogioco. La mia collega (Monica Negro) cercava il freno a mano, io non riuscivo a tenere tutto sotto controllo. Ma non ricordo le urla dei bambini, ricordo solo quando abbiamo aperto le porte e siamo usciti. Ci sentiamo dei miracolati".
A livello fisico le conseguenze non sono state gravi ma "ci vorrà un po' di tempo prima che potremo lasciarci alle spalle questa vicenda" spiega Gallio, che vuole tornare al più presto a scuola: "È importante che i bambini mi vedano, alcuni sono andati al pronto soccorso altri al palazzetto dello sport e non ci siamo più visti, non deve mancare il riferimento. Faremo una settimana di stop didattico e faremo un percorso tutti insieme".
Per la giovane maestra, che insegna da soli 4 anni ed è al primo come insegnante di ruolo, era una delle prime esperienze in gita scolastica, attività che spesso gli insegnanti considerano rischiosa per le grandi responsabilità che comporta: "Ero contenta di portarli in gita, i bambini lo aspettavano da tempo, avevamo anche il count down sul calendario. Non so se vorranno rifarla ma ci proveremo".
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità