GENOVA - "La vita era più bella senza WhatsApp...".
Parte con un'affermazione che non ti aspetti la riflessione della maturanda dii Pontedecimo Enrica Mazzarello, studentessa del liceo artistico Klee di viale Sauli, nel centro di Genova.
Incontriamo la ragazza all'uscita del liceo dove ha appena consegnato la prima prova di scritto dell'esame di maturità.
Lei come buona parte dei giovani di Genova per il tema ha scelto l'indiritto sul tempo che sfugge nell'attesa di un messaggio di WhatsApp, da un testo del giornalista Marco Belpoliti, in assoluto la traccia più gettonata anche dai seimila ragazzi genovesi che stanno affrontando l'esame di maturità: "Adesso è tutto frenetico, si posta, si chatta, ma poi quando si conoscono davvero le persone si scopre che sono diverse" aggiunge Enrica.
Stessa scelta di altro studente, Alexander Paganetto, abitante nel basso Piemonte ma anche lui studente del Klee e appena uscito dalla prima prova scritta: "I social sono la nostra vita, ma si può stare senza, a me è capitato di farne a meno anche per un mese" butta lì per ammettere con un sorriso poi che non si è trattato di una rinuncia volontaria ma imposta dalla rottura del cellulare e dall'imposizione dei genitori.
IL COMMENTO
Blazquez, basta mezze parole: è il momento di dire tutta la verità
Ddl vittime incuria, speriamo la norma non venga usata mai più