LA SPEZIA - C'è preoccupazione per i minori non accompagnati che sbarcano oggi alla Spezia dopo essere stati salvati da morte certa dalla nave umanitaria Geo Barents. Al centro delle parole del Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà personale c'è il resto del viaggio che molti dei minori che scenderanno dalla nave dovranno affrontare, come da prassi, per essere trasferiti in un'altra regione.
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"Nelle prossime ore la Geo Barents sbarcherà alla Spezia i naufraghi soccorsi tra le coste nordafricane e la Sicilia la notte fra il 7 e l'8 agosto. Ai sei giorni trascorsi in mare, in condizioni estreme rese note da Msf, si sono aggiunti ulteriori giorni di navigazione per raggiungere il porto sicuro assegnato: La Spezia", si legge nel comunicato emesso dal Garante.
"Già in precedenza è successo che la Geo Barents approdasse nel porto ligure con un carico di migranti soccorsi in mare, e lo scorso maggio il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive ha seguito le operazioni di identificazione, assistenza, supporto medico e informativo dei migranti, i quali in quel momento particolare si trovano in una situazione di oggettiva limitazione della libertà personale, ancorché soccorsi. L’assegnazione al porto della Spezia – nell’opinione del Garante – può avere significato se corrisponde ad una necessità di utilizzo razionale delle risorse del sistema di accoglienza, ma se i migranti sbarcati, ed in particolare i minori, vengono assegnati a località lontane dal porto di sbarco, allora se ne perde il senso".
I ragazzi che scenderanno dalla nave di ricerca e soccorso "sono minori non accompagnati, tra cui una ragazza molto giovane che viaggiava da sola. I bambini che vediamo qui a bordo hanno affrontato viaggi estremamente diversi attraverso il deserto e hanno subito molte violenze e abusi" ha denunciato Sebastien Ponsford, responsabile affari umanitari di Medici Senza Frontiere a bordo della nave.
"Ricordo che 27 minori non accompagnati sbarcati alla Spezia a gennaio – afferma il Garante - furono poi trasferiti con un viaggio in pullman di 750 chilometri nel foggiano, e di questi 11 sono presto scomparsi. Anche lo sbarco di maggio ha visto molti minori trasferiti al di fuori della Liguria. Ora arrivano 30 minori, un numero limitato, ma con un grande carico di sofferenza: una rapida presa in carico ed un pronto inserimento in comunità, senza obbligarli a nuovi inutili viaggi, è fondamentale per evitare che le loro vite alimentino il numero dei minori dispersi ed irreperibili”.
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Tra le parole anche la storia del 19enne ucciso e mutilato dai suoi datori di lavoro perché voleva cambiare occupazione: "I minori stranieri non accompagnati sono una sfida per la nostra società, e la memoria di Mahmoud Abdalla, il giovane egiziano giunto come minore non accompagnato nel nostro paese, inseritosi nella nostra società e recentemente ucciso in modo crudele, ci impone di accogliere e di vincere questa sfida sviluppando un sistema di accoglienza che coniughi umanità ed efficacia".
IL COMMENTO
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