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A trainare la nostra regione sono edilizia e turismo ma il futuro è segnato dall'incertezza
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di Redazione

GENOVA -  "L'economia della Liguria nei primi nove mesi del 2023 ha continuato a crescere ma in misura contenuta e con andamenti differenziati fra i settori. Analogamente a quanto osservato a livello nazionale, dopo la crescita dello scorso anno e del primo trimestre 2023, a partire dal secondo trimestre si è registrato un rallentamento proseguito poi anche nei mesi successivi. Quindi è un'economia che cresce ma in rallentamento".

Daniela Palumbo, direttrice della sede di Genova della Banca d'Italia sintetizza così l'analisi congiunturale presentata questa mattina. Una situazione di rallentamento in un quadro nazionale e internazionale di incertezze legate alla debolezza del quadro congiunturale globale e all'evoluzione delle tensioni geopolitiche, dall'Ucraina a Israele.

Costruzioni e turismo sono i settori che hanno dato il contributo più importante alla crescita. L'espansione nel settore edile, pur rallentando ha registrato un aumento delle ore lavorate quasi dell'8% nei primi sei mesi, grazie alle agevolazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione e alla prosecuzione dei lavori per le grandi opere infrastrutturali (con 5,3 miliardi di euro, fra Pnrr e Pnc, oltre 3.500 euro pro capite a fronte della media nazionale di 2.100). I flussi turisti sono aumentati (4,1% a fine agosto) anche se in misura inferiore al 2022, trainati dalla componente estera che è cresciuta in maniera più significativa (+12%) ed è cresciuto il numero di passeggeri in transito nei porti liguri tornando a superare i livelli pre Covid.

Per quanto riguarda le imprese industriali nei primi tre trimestri hanno aumentato l'attività grazie soprattutto al contributo fornito da quelle che operano su commessa. Su 113 aziende con almeno 20 addetti interpellate da Bankitalia, sono state più numerose quelle che hanno segnalato un aumento di ore lavorate, quasi metà ha dichiarato un fatturato in aumento e un terzo ha registrato una riduzione, quattro quinti prevedono di conseguire un utile nel 2023. Se le stime nazionali di Banca d'Italia sul Pil sono molto basse, 0,7% per il 2023 e 0,8% per il 2024 "per la Liguria non potrà discostarsi molto" sottolinea Barbara Palumbo.

Per quanto riguarda l'inflazione, dato in cui Genova è leader in Italia, la punta massima è stata raggiunta a ottobre 2022 ma ora è in calo: "Il primato è legato alla particolare composizione del paniere di acquisto medio delle famiglie e quindi presenta sempre uno scostamento rispetto alla media nazionale - spiega Palumbo -. Sta scendendo, le previsioni a livello nazionale prevedono un ritorno dell'inflazione al 2,4% l'anno prossimo e sotto il 2%, circa 1,9, nel 2025. Questo lascia ben sperare anche per il recupero del potere d'acquisto delle famiglie liguri. Qui le spese per abitazione e per utenze pesano di più, ci sono tante seconde case, è una peculiarità della Liguria quella della ricchezza immobiliare molto diffusa, e nel calcolo dell'indicatore esce fuori un valore più elevato".

Il forte rialzo dei tassi di interesse nella prima metà del 2023 ha frenato la domanda di nuovi mutui per l'acquisto dell'abitazione e le richieste delle famiglie si sono ridotte dello 0,9% in Liguria. Le nuove erogazioni che hanno raggiunto il livello minimo degli ultimi cinque anni, mentre continua invece ad aumentare il credito al consumo (+5,6% alla fine di giugno) che ha contribuito a sostenere la spesa delle famiglie in un contesto di alta inflazione, e soprattutto destinato all'acquisto di automezzi: le immatricolazioni di autovetture sono aumentate quasi del 20% nei primi nove mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, anche perché, ricordano ancora dalla sede genovese di Banca d'Italia, sono state superate le difficoltà del 2021 e 2022 a reperire componenti per le auto, come i microchip, quindi chi aveva programmato un acquisto è riuscito a concretizzarlo. Per quanto riguarda il credito alle imprese, la domanda di nuovi prestiti bancari nei primi sei mesi dell'anno è calata dell'8,1% a causa, oltre all'innalzamento dei tassi, dell'inasprimento delle condizioni di accesso al credito, un calo che è stato più marcato per le imprese medio-grandi e si è accentuato ad agosto (-9,2%).

Nel primo semestre del 2023 il numero degli occupati in Liguria è cresciuto del 3,7% rispetto ai primi sei mesi del 2022, un tasso superiore a quello del Nord Ovest (+1,7%) e dell'Italia (2%). La crescita è stata più marcata per la componente femminile (8,2%) e i lavoratori indipendenti (6,5%). Il tasso di disoccupazione è sceso al 6,5%. Le assunzioni nei primi sei mesi sono state 90.802 a fronte di 60.324 cessazioni, quindi 30.478 assunzioni "nette" che sono aumentate soprattutto nel comparto turistico e del commercio e sono salite soprattutto le posizioni a tempo indeterminato (5.351 contro le 4.511 del primo semestre 2022) e in apprendistato (2052 contro 1.657) a fronte di una leggera diminuzione di quelle a tempo determinato (23.075 contro 23.407) che restano comunque le più numerose. In calo la cassa integrazione e le domande di Naspi.

Il traffico merci dei porti liguri di Genova, La Spezia e Savona-Vado nel primo semestre dell'anno è calato del 5% rispetto ai primi sei mesi del 2022 e i traffici containerizzati in particolare sono diminuiti del 7,1% "riflettendo soprattutto la debolezza delle importazioni". "Il trasporto marittimo, uno dei settori peculiari del nostro territorio, purtroppo in questa fase registra una flessione che è strettamente collegata ad un andamento molto fiacco dei commerci internazionali" sottolinea Daniela Palumbo. "Le previsioni di andamento dei flussi commerciali internazionali per il 2023 sono di una crescita molto modesta, + 0,8% a livello globale, se confrontiamo il dato con il +5,3% del 2022 ci rendiamo conto di quanto sia stato forte il rallentamento dei traffici a livello internazionale che si sono ribaltati anche sulle dinamiche regionali" aggiunge Davide Revelli responsabile divisione analisi e ricerca economica della sede di Genova della Banca d'Italia.