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Fra una settimana sarà il 25 novembre, la Giornata contro la violenza sulle donne e il governo spinge per arrivare a quella data con l'approvazione definitiva del nuovo provvedimento che rafforza il Codice Rosso. "Una modifica importante sulla prevenzione"
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di Aurora Bottino

GENOVA - Uno degli ultimi femminicidi, quello di Giulia Cecchettin, rapita e uccisa dal fidanzato, riapre un discorso che troppo spesso passa nel silenzio. Le donne uccise dall'inizio del 2023 sono 105, un numero ancora troppo alto

Fra una settimana sarà il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il governo sta spingendo per riuscire a arrivare a quella data con l'approvazione definitiva del nuovo provvedimento che rafforza il Codice Rosso, il disegno di legge varato dal consiglio dei ministri a giugno e approvato all'unanimità dalla Camera a fine ottobre.

"Domani verrà approvata legge che integra e modifica il provvedimento - spiega a Primocanale Francesco Cozzi, ex procuratore capo di Genova -, questa nuova legge interviene sulla prevenzione, rafforza gli istituti dell'ammonimento di polizia nei confronti degli autori di questa tipologia di reati, rafforza la necessità di una tempestività maggiore nella valutazione di questi casi e aggrava in certi casi le pene".

Cozzi è intervenuto più volte con proposte legislative in materia di prevenzione (penale) degli abusi di genere durante il periodo da procuratore capo e per questo usa la sua esperienza per ricordare quali sono i primi campanelli d'allarme di una relazione che è, o potrebbe diventare, violenta e potenzialmente pericolosa.

"Quando parliamo di fatti di cronaca, entra in gioco la prevenzione in un altro senso, ovvero la prevenzione come educazione e cultura, che molto spesso non c'è, nemmeno nelle nuove generazione - spiega Cozzi -. 'You don't own me', è una canzone degli anni '50 che è stata ripresa di recente e secondo me spiega in modo molto semplice il rispetto, l'autonomia e la libertà delle donne. Se andate a leggere il testo di quella canzone, ci sono parole molto semplici e banali che sono però fondamentale.

"Io non sono tua, non devi sapere sempre dove sono, non puoi pretendere di sapere le mie password, di decidere con chi posso uscire e  chi no ma soprattutto non puoi pretendere di vedere il mio telefono, che sembra banale ma non lo è, perché spesso queste storie iniziano così - conclude l'ex procuratore capo -. Tutte queste sono cose scritte nel secolo scorso tornano attuali".

 

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