GENOVA - Il commissariamento dell'ex Ilva è oramai ad un passo. Il governo si prepara ad usare la sciabola per l'uscita di ArcelorMittal da Acciaierie d'Italia.
Il Consiglio dei ministri ha approvato nel pomeriggio di ieri un decreto legge che rafforza, in caso di ricorso all'amministrazione straordinaria, le misure già presenti per tutelare la continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi. Non solo: una norma specifica di fatto congela i fondi accantonati per i giudizi pendenti che dovranno essere messi su un conto vincolato legato all'autorizzazione del tribunale. Le nuove norme, che prevedono garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l'eventuale commissariamento, preparano chiaramente la strada alla prova di forza con Mittal.
Le prossime ore saranno decisive, anche se il destino sembra segnato. Salvo sorprese, il governo ha già intrapreso la propria strada ed ha convocato per domani alle 15 i sindacati. A loro è dedicata parte del decreto. Si rafforza la Cig, anche se vengono esclusi dalla cassa integrazione i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. L'altro snodo riguarda le società fornitrici. Rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell'ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici.
Fonti della società si sono dette disponibili ad una discesa in minoranza ma hanno chiuso a ulteriori finanziamenti futuri senza alcuna partecipazione alla gestione dell'azienda. Con un'unica eccezione: 200 milioni da mettere sul tavolo per l'acquisto degli impianti. Il confronto appare duro anche per un altro aspetto. Secondo le stesse fonti della multinazionale la proposta avanzata di cedere tutte le proprie azioni rimanenti non avrebbe incontrato l'approvazione di Invitalia. Mittal si dice comunque disposta a cederle ad un investitore gradito al governo. Insomma tutto è ancora in gioco con migliaia e migliaia di lavoratori che attendono di conoscere il proprio destino.
IL COMMENTO
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