LA SPEZIA - L’arrivo di Nave Vulcano, la nave ospedale della Marina Militare, è atteso per le prime ore di lunedì mattina nel golfo della Spezia.
A bordo 60 profughi palestinesi e, tra loro, 20 bambini bisognosi di cure urgenti. Sul molo Garibaldi Est - lo stesso che è stato utilizzato per l’attracco della Geo Barents - venti ambulanze attenderanno i pazienti, per la maggior parte bambini, che saranno trasferiti in strutture ospedaliere sul territorio nazionale per ricevere le cure necessarie negli ospedali Rizzoli di Bologna, Meyer di Firenze, Gaslini di Genova e Bambino Gesù di Roma. In particolare, al Gaslini è previsto l'arrivo di 4 pazienti con problematiche ortopediche, immunologiche e ginecologiche e relativi familiari. Una famiglia potrà ricongiungersi, dato che arriveranno papà e fratellino, mentre si trovano già al Gaslini mamma e sorellina. Il trasporto è organizzato dalla task force interministeriale in collaborazione con la Croce Rossa Internazionale che consentirà ai piccoli pazienti di arrivare in ospedale per tutte le cure necessarie. E l'istituto ha già toccato con mano l'ondata di solidarietà.
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Si tratta della prima operazione umanitaria via mare, gestita dalla Farnesina, dall’inizio del conflitto iniziato il 7 ottobre scorso nella Striscia di Gaza.
“Nave Vulcano è salpata dal porto di Al Arish, in Egitto, per rientrare in Italia con circa 60 persone a bordo, tra bambini e accompagnatori palestinesi. Siamo orgogliosi che la nave della nostra Marina Militare e il personale sanitario interforze abbiano operato per portare aiuto alla popolazione palestinese”. Così il Ministro della Difesa Guido Crosetto in una nota ha commentato l’intervento a sostegno dei feriti provenienti da Gaza.
“Questa nostra iniziativa umanitaria – ha aggiunto il Ministro Crosetto– ha visto impegnate solamente Italia e la Francia con lo schieramento di navi ospedale e il Qatar, che ha fornito personale sanitario in supporto di nave Vulcano”.
A bordo di Nave Vulcano anche un team medico qatarino, imbarcato sulla nave italiana ormeggiata in Egitto da inizio dicembre.
Dall’inferno dei lager all’inferno di Gaza: La Spezia si conferma porto degli ultimi, dei diseredati, dei senza terra. Dopo aver fatto partire nel dopoguerra i sopravvissuti della Shoah, adesso ospita l’arrivo di chi scappa ferito e con necessità di cure della striscia incuneata tra Israele e Egitto. E come settanta anni ancora oggi sono gli occhi innocenti dei bambini a raccontare gli orrori della storia.
L’emigrazione ebraica ebbe La Spezia come base di parte verso la terra dei padri: da qui salparono 25 mila sopravvissuti ai lager nazisti. Nel 1946 le prime partenze con le navi Fede e Fenice con oltre mille superstiti a bordo e l’anno dopo l’allestimento della famosa Exodus che divenne il simbolo di ogni emigrazione.
IL COMMENTO
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