GENOVA - Nessuna buona notizia per i lavoratori della Technisub di Genova, l'azienda genovese fondata nel 1962 e storico marchio di attrezzatture subacquee oggi controllata dalla francese Aqualung. In tutto sono impiegati 45 dipendenti.
Nei mesi scorsi la casa madre francese ha dato comunicazione di voler abbandonare il sito genovese entro la fine dell’anno e di trasferire la produzione di attrezzature per sport acquatici nello stabilimento inglese della controllata Apeks a Balckburn. L'obiettivo del gruppo è infatti quello di ridurre i costi. In questi mesi sono andate avanti le trattative per trovare una soluzione alternativa e permettere di salvare la produzione a Genova e i posti di lavoro.
Mesi di dialoghi ma oggi la Technisub ha comunicato che la trattativa in corso con un gruppo del sud-est asiatico operante anch'esso nel settore della subacquea e che avrebbe dovuto rilevare l'impianto genovese e la forza lavoro "è definitivamente fallito".
"Di fronte a questo fatto che sancisce la chiusura di Technisub, si aprono scenari foschi per i lavoratori e le loro famiglie - scrive la Cgil -. Come organizzazione sindacale non accetteremo mai che una ristrutturazione aziendale dovuta esclusivamente alle scelte scellerate del gruppo dirigente della controllata francese Aqualung, siano pagate dai lavoratori con la perdita del lavoro e del salario".
Per questo l'assemblea dei lavoratori convocata per venerdì 13 settembre dovrebbe servire a decidere le prossime iniziative. 2Genova non può permettersi di perdere l'ennesima eccellenza industriale: occorre che tutta la città si stringa intorno ai lavoratori della Technisub".
A marzo dello scorso anno i lavoratori erano scesi in piazza con scioperi e presidi. Il tema è arrivato anche in Parlamento con un'interrogazione destinata al ministro del Made in Italy Adolfo Urso. A Palazzo Tursi l'assessore al Lavoro e sviluppo economico del Comune di Genova Mario Mascia ha più volte incontrato una delegazione dei lavoratori per cercare una soluzione alla partita.
IL COMMENTO
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