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Fare una sperimentazione di un anno in nove vie trafficate della città per vedere se si riduce il numero degli investimenti ai pedoni impostando lungo le strade un limite di 30km/h. Questa è una della proposta lanciata da Legambiente a Amici della Bicicletta Fiab per la mobilità a Genova. Nello specifico sono state individuate le strade dove negli ultimi dieci anni si sono verificati più casi di investimento pedone (una per municipio). Nello specifico si tratta del Lungomare di Pegli (36 casi), via Puccini (26 casi), piazza Montano (29 casi), via Reta 25 (casi), via Assorotti (36 casi), via Fereggiano (56 casi), via Piacenza (25 casi), via Albaro (27 casi), via Oberdan (30 casi). Le altre proposte per migliorare la mobilità e la sicurezza a Genova sono legate al potenziamento dei mezzi pubblici e all'illuminazione notturna nei pressi degli attraversamenti. Tra le altre soluzioni per ridurre gli incidenti ci sono quella di puntare sull'educazione stradale, l'introduzione del cuscino berlinese (oppure dell'attraversamento rialzato) e più agenti a verificare il rispetto delle regole.
Il Comune: "Prima bisogna lavorare sulle infrastrutture"
A Genova diverse strade hanno già un limite di 30 km/h, nel caso specifico si tratta di vie dove si trovano scuole e ospedali. Ma l'assessore alla Mobilità del Comune di Genova Sergio Gambino spiega che per ora non si può portare avanti il progetto per quelle specifiche via ma prima bisogna fare un'analisi sull'incidentalità: "Dobbiamo analizzare quanti sono gli incidenti in rapporto al traffico, fare un'analisi su quali tipi di incidenti si verificano, aumentare l'illuminazione. In questo caso le nuove luci a led illuminano di più nel punto esatto ma meno nelle zone attorno, bisogna lavorare per aumentare l'illuminazione. Il nostro obiettivo è fare di più in tema di sicurezza ma prima di ridurre la velocità bisogna intervenire anche da un punto di vista infrastrutturale. Abbiamo aumentato i controlli, in breve tempo abbiamo triplicato le sanzioni sulle mancate precedenze ai pedoni" precisa Gambino.
Legambiente e Fiab: "In via Fereggiano 56 investimenti in 10 anni"
Stefano Bigliazzi, presidente dell’associazione ambientalista: "Genova sarebbe già pronta per diventare una Città 30 ma saremmo già soddisfatti se il Comune avesse il coraggio di portare avanti la proposta di mettere il limite a 30 km/h in tutte quelle strade cittadine che si stanno dimostrando più a rischio di incidente, di morti e feriti. Manca invece completamente una visione per una scelta forte verso la mobilità pubblica alternativa. Siamo a zero come tram che invece sarebbe adattissimo alla nostra città nelle zone pianeggianti, da Levante a Ponente, e nelle due Valli Bisagno e Polcevera. Ma - continua Bigliazzi - ci vorrebbe il coraggio di abbandonare progetti dannosi, pericolosi e fallimentari come la Funivia e lo SkyMetro, e puntare decisamente su un modello di mobilità che è quello vincente e moderno in tutta Europa e nelle più avanzate città italiane: il tram". Romolo Solari, presidente del Circolo Amici della Bicicletta, Fiab Genova spiega: "Un caso emblematico è via Fereggiano, dove nel primo tratto, in dieci anni, ci sono stati ben 56 investimenti di pedoni. È evidente che bisogna intervenire. Secondo il report la velocità eccessiva è uno dei principali fattori, con gravi conseguenze per i pedoni. A 30 km/h, l'impatto con un pedone è paragonabile a una caduta dal primo piano di un edificio, con una probabilità di sopravvivenza del 90%. Aumentando la velocità a 50 km/h, la gravità delle lesioni aumenta significativamente".
A Genova 8,4 incidenti ogni 100 abitanti
Dall'analisi dei dati emerge che il tasso di motorizzazione di Genova è tra i più bassi d’Italia (48 auto ogni 100 abitanti), ma, a causa delle caratteristiche orografiche e urbanistiche della città, ciò rappresenta una notevole limitazione per la trasformazione urbana. D’altro canto, l’alto numero di moto e scooter occupa ampie porzioni di spazio pubblico. Preoccupa anche l’elevato tasso di incidentalità con morti e feriti, con 8,4 incidenti ogni 1.000 abitanti, ben oltre l’obiettivo di meno di 2 fissato per il 2030, con vittime soprattutto tra pedoni e ciclisti (Fonte: Ecosistema Urbano 2024).
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