GENOVA-Le parole e la musica di Imagine dei Beatles emozionano tutti, ma oggi a prevalere fra i ragazzi della nuova manifestazione a Genova di Friday for Future più dei sentimenti è la rabbia lucida di un un movimento stufo di promesse e che ora pretende fatti.
In strada oltre duecento manifestanti del movimento nato dall'attivista svedese Greta Thunberg, tanti ragazzi e pure qualche genitore, i boomer, i parents, sindacalisti, docenti, ambientalisti storici, come Andrea Agostini che paventa un futuro in cui il mare per colpa del clima impazzito possa mangiarsi parte di Genova, "qui in piazza Principe potremmo andare in canoa" ipotizza.
In testa al corteo c'è una bicicletta che trasporta un globo infiammato. La terra che brucia. Il primo obiettivo anche in tempi di guerra è questo: fermare il riscaldamento globale. Che poi guerra e riscaldamento sono collegati, "non può esserci pace senza giustizia climatica e viceversa - spiega Alice Maia Corso, giovane portavoce di Friday for future Genova -, sono due cose inscindibili come i diritti umani. Molti conflitti scoppieranno per i combustibili fossili e anche nella guerra in Ucraina le risorse fossili sono ampiamente coinvolte come dimostra la nostra dipendenza dal gas e dal petrolio russo".
Il via da piazza Principe, poi la marcia sino a De Ferrari. Fra musica e slogan, "avete rotto i polmoni", gridano i ragazzi.
La tappa più importante è in via Balbi, davanti all'Università dove la prorettrice Adriana Del Borghi sottoscrive simbolicamente le istanze dei giovani.
Nel movimento ci sono tante anime, come i savonesi che non vogliono più sentire parlare di centrali al carbone.
Ragazzi che, come Federico Sugliano, non sono solo slogan e chiacchiere ma con coerenza vivono anche in modo sostenibile: "Io a Savona mi muovo a piedi e cerco di acquistare solo
IL COMMENTO
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