GENOVA -La prima volta allo stadio, la prima volta che quei colori hanno fatto battere il cuore andando a piedi al Ferraris mano nella mano con il papà o il nonno. Il sentirsi tribù in un mondo individualista, il senso di appartenenza con tutta quella gente sconosciuta che esulta insieme a te dopo un gol. Quel gol, quel campione che tutti noi volevamo essere. L'amore per una squadra di calcio come tutti gli innamoramenti non è raziocinio, lì la ragione si fa da parte e lascia spazio al cuore.
L'avvocato Gianni Agnelli raccontava che quando la squadra del cuore vince lascia addosso una bella sensazione che ti accompagna per giorni, che regala, aggiungiamo noi, conforto anche davanti al superiore maleducato o all'automobilista che ti vuole picchiare nel traffico. Che ti potrai spendere alla prima discussione con i tifosi rivali.
Una vittoria della tua squadra non cambia la vita, perchè il conto in banca non sale, ma la sera quando si va a letto e anche il risveglio dopo una partita vinta hanno il gusto dolce della vita che sorride, come le prime rondini della primavera, l'incanto di una nevicata fitta fitta. Il primo bacio per l'innamorata. La bellezza del calcio può essere questa. Poi se hai giocato a calcio e sai quanto è bello dare un calcio a un pallone è anche più facile innamorarsi del più bel gioco del mondo.
Tutto questo è emerso nel viaggio di cinque giorni di Primocanale fra i tifosi di Genoa e Samp in ansia per uno dei derby più disgraziati di sempre.
La poesia dei genoani l'ha raccontata bene l'avvocato Riccardo Lamonaca, oratore fine, che a Preziosi non perdona, "di avergli tolto la possibilità di sognare, il sogno di battere la Juve, il sogno di andare oltre". Il ristoratore di successo Massimo Travaglini invece per il Genoa è andato a Como in treno da solo all'età di otto anni senza dire niente ai genitori, padre Mauro, cappellano del policlinico San Martino, ammette che la vocazione è arrivata insieme a tifo per i rossoblu, "i colori più belli".
Tanto orgoglio e cuore anche fra i doriani: l'imprenditore di Carignano Gianni Buffagni è fiero che la maglia blucerchiata oltre a essere bellissima è l'unica disegnata da genovesi per una squadra nata a Genova, il penalista Pietro Bogliolo è ancorato all'era Mantovani e dopo la grande delusione di Ferrero trova il bello del calcio e della Samp nei tifosi e nei gruppi organizzati "gli unici che ci mettono la faccia", il prete dei giovani, Don Valentino Porcile, che per il derby spera in Quagliarella garantisce, "noi per il derby non dovremmo avere di preghiere, forse loro sì".
Storie di tifosi, a volte poco ecumeniche, storie di vita che s'intrecciano al Ferraris e in ogni stadio e che rimangono anche dopo il fischio finale: che si vinca che si perda, come garantisce Travaglini: "Noi più perdiamo e più amiamo la nostra squadra".
IL COMMENTO
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