GENOVA -Il canuto volontario dell'associazione carabinieri sarebbe disposto a tutto per di bloccare il cronista o qualsiasi persona sprovvisti di pass che provano a mettere piede nell'area dell'arrivo della tappa di Genova.
Alle otto del mattino, quando i ciclisti del Giro stanno ancora dormendo a Parma, via XX Settembre e piazza De Ferrari sono già presidiate dalla cittadella in Rosa. Davanti al Ducale si sta montando il podio, davanti al palazzo della Borsa si allestiscono i box delle interviste. In giro i furgoni che vendono i kit rosa a 10 euro: magliette, cappellini e borraccia.
Un centro città sottosopra quello che dopo lunghi sette anni si appresta a vivere di nuovo il passaggio dei ciclisti della corsa più importante.
Fra divieti e parcheggi deserti, spazzati via dai carri attrezzi, come quello di piazza Dante, spunta qualche un ciclista urbano in giacchetta e senza pretese. Lui si gode l'assenza di traffico anche se è consapevole che la realtà è un'altra: "Il centro città senza traffico è bellissimo e dovrebbe essere così tutti i giorni, bisognerebbe poi aumentare e rendere più sicure le piste ciclabili".
Il ritorno dei girini è vissuto con ansia anche da Luigi Pastorino, il titolare del club Magico Pantani, che dal suo bar di via De Marini a Sampierdarena, ricorda la grandezza del Pirata. "Era l'emozione del ciclismo, quello che creava lui quando scattava in salita, che pur preannunciando, con gesti classici, come il lancio degli occhiali o si levava la bandana, diventava imprendibile e nessuno riusciva a stargli dietro".
Pastorino ammette mesto che un nuovo Pantani non c'è più e pure lo squalo di Messina Nibali, un altro campione, è alle battute finali.
Nel club di Sampierdarena spunta, e non per caso, il presidente della Federciclismo della Liguria Sandro Tuvo che e dopo avere ricordato il ciclista più importante della Liguria, "Mino De Rossi, campione olimpico a Helsinki che correva con Coppi ed è venuto a mancare quest'anno", segnala le strade più battute dagli appassionati a Genova e dintorni: "Da Bolzaneto a Crocetta d'Orero, poi si scende in valla valle Scrivia e si rientra dal passo dei Giovi, quindi c'è la famosa salita della Bocchetta, che non è per pochi ma non è per tanti".
Tuvo poi dice la sua sulla polemica nata dal transito "passerella" dei ciclisti sul nuovo ponte di Genova: "Capisco i familiari che si oppongono, ma è anche un modo di ricordare gente che non c'è più".
IL COMMENTO
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