GENOVA -Tanta pazienza, mangiare poco ma con tanto formaggio, un bicchiere di vino e non fumare.
Chissà se l'elisir di lunga vita di quattro centenarie è proprio questo o è solo una coincidenza il fatto che vivono tutte nel grumo di case del paesino di Marsiglia, fra la frazioni di Calvari e il comune di Davagna. Campagne di castagni e partigiani.
La più vecchia è Ada Gambon, 103 anni, anche l'unica non genovese, originaria di Udine, nella vita ha fatto la bambinaia e lavorato al mercato di Corso Sardegna.
La più giovane, quasi un'imbucata con i suoi 97 anni, è Eugenia per tutti Gianna, ghiotta di formaggio, al centro sta Giuseppina Nicora, l'unica che compie cent'anni tondi, contadina con una forza da uomini, gambe segnate dalla fatica, sorella di partigiani, lei il marito l'ha perso 22 anni fa.
Rimane poi Adalgisa, 102 anni, che però non abbiamo visto perché quando siamo arrivati a Marsiglia, a metà mattinata, non era ancora presente, perché la vera festa era fissata per il pomeriggio.
Fra i ricordi delle centenarie anche la spagnola, la grande pandemia degli anni '20 che ha ucciso la promesse sposa del papà di Gianna, mentre alla domanda se il Covid le ha spaventate più o meno tutte hanno risposto un no deciso, anche grazie ai vaccini.
Marsiglia, dicevamo, paese di partigiani a due passi da Canate, borgo noto perché abitato da un solo abitante. Paese dove il parroco più importante, che ha segnato la rinascita della comunità di fedeli, è don Paolo Farinella, il prete comunista ora nel centro storico, che per trovare i fondi per sistemare la parrocchia portò lassù pure Beppe Grillo quando il comico era ancora solo un comico. "Don Farinella ha fatto tanto per noi" sottolineano i fedeli di Marsiglia.
Nei ricordi delle centenarie c'è anche il terribile ventennio del fascismo: "Mi volevano vestire da balilla, ma noi ci siamo allontanati" dice Ada, con immutato orgoglio partigiano.
Intorno alle tre anziane che raccontano la loro vita a Primocanale decine di abitanti di Marsiglia, familiari e non solo, anche bambini.
Ada, Giuseppina e Gianna sedute une accanto all'altra, sembrano come avvolte in un nido ricavato fra casette ordinate e piene di fiori, tra i profumi della campagna, nel cielo volteggiano due gheppi, un paradiso dove tutti sembrano coccolare le tre centenarie riunite per la festa fissata nel pomeriggio, con tanto di sindaco e altre autorità.
"Non sappiamo quale è l'elisir delle nostre centenarie - dicono più o meno tutti - di certo qui si respira aria pulita, non c'è stress e viviamo a ritmi più lenti e volendoci bene...".
IL COMMENTO
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