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Antonio di Natale è anche Ministro del Mare del Garbage Patch State, stato simbolico la cui superficie è composta dalle isole di plastica negli oceani: "Ora ha superato la grandezza della Russia"
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di Riccardo Olivieri

GENOVA - "Il nostro obiettivo è scomparire" dichiara il biologo marino Antonio Di Natale, riferendosi allo Stato di cui è Ministro del Mare ovvero il Garbage Patch State, una nazione creata simbolicamente il cui territorio è composto dalle numerose e vastissime isole di plastica che si sono formate negli oceani. "È un obiettivo ottimistico - spiega -, continuiamo a buttare a mare da 8 a 12 milioni di tonnellate di plastica all'anno quindi continuerà a crescere, in questo momento si presume che abbia superato la Russia", diventando quindi lo Stato più grande al mondo.

Garbage Patch State - Wasteland, ideata da Maria Cristina Finucci, è l'opera d'arte che ha dato vita al progetto, appoggiato dall'Unesco e dal Ministero dell'Ambiente italiano: "È stato fatto per discutere a livello internazionale di questo problema, uno dei più visibili ma ce ne sono altri, anche più pericolosi, che non si vedono".

Il biologo poi fotografa la situazione nel mar Ligure, che ha toccato temperature record: "È un mare molto noto per avere caratteristiche particolari, diverse dal resto del mediterraneo. È un mare ricco, dove vivono organismi piccolissimi e grandi balenottere, c'è molta varietà. È sempre stato un mare un po' più freddo degli altri ma quest'anno ha avuto acque molto calde anche durante l'inverno, esclusi marzo e aprile". Il picco del caldo è stato raggiunto negli ultimi due mesi: "Questo non rende più povera la vita nei mari, la rende diversa. Non sappiamo ancora di quanti gradi sarà la differenza tra quest'anno e gli altri, dobbiamo aspettare dicembre per fare la media ma in alcuni mesi abbiamo anche 5-6 gradi di differenza".

"Il Mediterraneo è circondato dall'uomo - conclude -, ha patito grande inquinamento soprattutto degli anni dove non c'erano sistemi per limitarlo. Però è un mare dove la capacità di resilienza degli organismi è straordinaria. Non c'è un vero e proprio equilibrio: gli animali si adattano, le piante si adattano, gli uomini si adattano. Però l'uomo dovrebbe stare molto più attento a quello che fa per evitare di creare ulteriori problemi al Mediterraneo".

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