TRIBOGNA - Tutto è nato ben sessant’anni fa da un’intuizione del papà di Paolo Corsiglia, che chiese una concessione di attingimento delle acque da un terreno nel Comune di Tribogna, peraltro non di proprietà. Da lì, a suon di camminate in un percorso scosceso e in forte pendenza, nacque una diga che poi per anni rimase inutilizzata. Oggi Paolo è riuscito dopo anni di carte e burocrazia, ad ottenere il rinnovo della concessione per altri quarant’anni, in un periodo in cui il tema all’ordine del giorno è proprio il caro bollette, con rincari previsti dell’80%.
Consiglia è titolare di un’azienda florovivaistica della Valfontanabuona quindi per lui l’acqua e l’energia elettrica sono pane quotidiano. “Grazie a questo impianto calcolo di risparmiare il 30% sia di acqua che di energia elettrica, perché non dovrò più usare integralmente le pompe per prendere l’acqua dal fiume: questa diga alimenta due serbatoi da 80.000 l di acqua”.
Certo la società di quest’estate si fa sentire, ci spiega mentre mostra il rigagnolo d’acqua che scorre sopra la diga “ma prima o poi dovrà ben piovere! Per ripristinare l’impianto abbiamo dovuto chiamare un elicottero visto che il terreno è molto impervio, penso alla fatica che fecero mio padre i suoi collaboratori quando costruirono l’impianto sessant’anni fa. Noi peraltro, sempre in tema di risparmio ed eco sostenibilità, avevamo già avviato una piccola centrale a biomasse per alimentare il riscaldamento delle nostre serre: pensate che utilizziamo i gusci delle nocciole “misto Chiavari”.
IL COMMENTO
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