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di a.p.

GENOVA - Il Tribunale Ue del Lussemburgo ha deciso di annullare la decisione della Bce che ha posto Banca Carige in amministrazione straordinaria. Lo ha reso noto lo stesso Tribunale precisando di ritenere che la Banca centrale europea sia incorsa in un errore di diritto nella determinazione della base giuridica utilizzata per adottare le decisioni impugnate. Al momento dall'istituto di credito genovese arriva un 'no comment'.

Il ricorso al Tribunale dell'Ue era stato presentato dall'azionista di minoranza di Banca Carige Francesca Corneli. Al momento del ricorso Corneli aveva 200mila azioni Carige, pari in quel momento allo 0,000361% del capitale sociale della banca ligure. A sostegno delle decisioni Bce nel procedimento era intervenuta anche la Commissione europea.

Il commissariamento dell'istituto era scattato dopo che all'assemblea del 22 dicembre 2018 quando non era stata approvata dagli azionisti di maggioranza la proposta di aumento di capitale. Prima di deliberare la ricapitalizzazione, ricorda la sentenza, i soci di maggioranza "desideravano che fossero loro comunicati, da un lato, il piano industriale e, dall'altro, il bilancio di esercizio della banca del 2018".

Al mancato via libera dell'assemblea erano seguite le dimissioni dei vertici dell'istituto facendo decadere il consiglio di amministrazione. La Bce aveva quindi sciolto a sua volta il consiglio nominando tre commissari l'ex presidente Pietro Modiano e l'ex ceo Fabio Innocenzi e Raffaele Lener. La Banca centrale ha in seguito prorogato l'amministrazione Carige fino al 31 gennaio 2020 quando la banca ha ripreso la piena operatività.

La decisione del Tribunale è presa sulla base di un errore di diritto nella determinazione della base giuridica usata per adottare le decisioni impugnate (non si pronuncia invece sulle successive proroghe) e non entra quindi neppure nel merito degli altri argomenti della ricorrente. La Bce avrà ora due mesi e dieci giorni per impugnare la sentenza, dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea.