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Dalle 18.30 alle 23 un suggestivo spettacolo di luci in penombra, forme e suoni trasforma la facciata dello storico edificio in un acceleratore di particelle. E il palazzo sembra sgretolarsi e poi rinascere in pochi attimi fra luci e ombre
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di Miv

GENOVA -Al calar del sole e nel pieno rispetto dell'austerity che impone il risparmio energetico tutte le sere dalle 18.30 alle 23 piazza Matteotti spegne le i lampioni per lasciare spazio alle luci tenui e ai colori della fisica: uno spettacolo di luci, forme e suoni trasforma la facciata del Palazzo in un acceleratore di particelle. Particelle visibili nella loro corsa a velocità inimmaginabili, fino a vederle scontrarsi in collisioni ad altissima energia da cui scaturiscono fontane di nuove particelle. Fra queste si annida il bosone di Higgs, per i non addetti un nome che non dice nulla, ma di fatto la particella che ha dato la massa alle particelle elementari, un attimo dopo l’origine dell’Universo.



L’evento proposto per il Festival delle Scienze dal 20 ottobre al primo novembre si inserisce nelle celebrazioni dei dieci anni dalla scoperta del bosone di Higgs, annunciata il 4 luglio 2012 al CERN.

La scoperta, premiata nel 2013 con il Premio Nobel ai fisici che avevano teorizzato il bosone, ha contribuito a consolidare la teoria che descrive le particelle elementari e le loro interazioni, il Modello Standard. Per raggiungere questo traguardo, è stato necessario costruire strumenti enormi ed estremamente sofisticati, come gli acceleratori di particelle, all’interno dei quali circolano e si scontrano protoni ad altissime energie, e i rivelatori di particelle, che “fotografano” queste collisioni. Un’impresa scientifica possibile solo grazie all’impegno di decine di Paesi, centinaia di Istituzioni scientifiche e migliaia di persone.

L’Italia, grazie al coordinamento dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ha contribuito alla scoperta con il lavoro della sua comunità e il contributo delle aziende che hanno sviluppato tecnologie d’avanguardia ad hoc.


(Projection Mapping di Luca Agnani Studio e a cura dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con il supporto di ASG Superconductors)