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Clamorosa presa di posizione dell'amministratore delegato Marino dopo l'incontro con i lavoratori in agitazione davanti alla sede dell'azienda. Possibile commessa dall’ Azerbaigian
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di Michele Varì

GENOVA- L'amministratore di Ansaldo Energia Giuseppe Marino (nella foto) insieme ai vertici dell'azienda ha convocato i lavoratori in sciopero affermando che rassegnerà le dimissioni dal suo incarico se entro il 2022 "non sarà approvato il piano ricapitalizzazione da parte di Cassa Depositi e Prestiti", ossia lo Stato, l'azionista di maggioranza. 

E' l'ultima clamorosa notizia appena rivelata da Andrea Capogreco e confermata da Federico Grondona, due rappresentati dei lavoratori dell'azienda di Campi che stamane hanno indetto un presidio davanti alla fabbrica per manifestare le proprie preoccupazioni per il futuro dell'azienda.

Fra gli spiragli dell'azienda anche quattro commesse importanti dall’ Azerbaigian.

La notizia della minaccia di dimissioni di Marino, confermata dallo stesso portavoce dell'amministratore delegato, ha colto di sorpresa Cassa Depositi e Prestiti che però non hanno ancora voluto commentarla.

L'ennesima mattinata di lotta da parte dei lavoratori era cominciata alle otto del mattino con il presidio sotto la sede della fabbrica, in corso Perrone, a Campi. Obiettivo dei sindacati: chiedere all'amministratore delegato Marino di spiegare perché "la fabbrica viene lasciata lentamente morire con macchinari non riparati, mancanza del legno per imballare, tutti sintomi di una situazione inaccettabile".

Il presidio è poi stato sciolto quando l'amministratore delegato Marino ha convocato i lavoratori di Rsu in direzione dove, alla presenza di tutti i vertici, compreso il direttore, ha riferito la sua clamorosa posizione, ventilando che si dimetterà se Cdp non farà seguito alla sua lettera di ottobre entro il 31 dicembre approvando la ricapitalizzazione.

E' bene ricordare che nelle scorse settimane dopo un movimentato e teso blocco dell'aeroporto di Genova da parte dei lavoratori di Ansaldo Energia Cassa Depositi e Prestiti, ossia lo Stato, l'azionista più importante dell'azienda, aveva garantito una ricapitalizzazione e un impegno per il futuro dell'azienda. Promesse che però, a detta dei lavoratori, che non ha avuto ancora seguito.

Anzi, a detta di tecnici e operai, l'aria che si respira all'interno dell'azienda è disimpegno: "La fabbrica sta morendo e con essa rischia di morire anche il nostro lavoro e il futuro delle nostre famiglie" hanno sottolineano i lavoratori.

L'ultima manifestazione di Ansaldo si era conclusa il 18 ottobre scorso con la convulsa occupazione dell'aeroporto Cristoforo Colombo, poi "liberato" grazie all'arrivo della nota scritta di Cassa Depositi e Prestiti in cui si leggeva: “Si stanno valutando tutte le iniziative di intervento possibili, ivi compresa la ricapitalizzazione della società, eventualmente con il concorso di altri soggetti, anche attraverso la conversione a patrimonio del prestito soci di 200 milioni erogato da Cdp Equity nel 2019, con l’obiettivo di rafforzare la società e di preservarne competenze e valore”.

Il segretario generale FIM Cisl Liguria Christian Venzano e il Responsabile RSU Ansaldo Energia della FIM Cisl Andrea Capogreco hanno poi sintetizzato la convulsa mattinata in un comunicato:

“L’azienda ci ha subito convocato dopo la decisione di fare sciopero e l’amministratore delegato Marino ha garantito che la ricapitalizzazione sarà fatta entro il 31 dicembre di quest’anno: è stato chiaro in questo senso e auspichiamo che venga rispettata questa scadenza che è fondamentale per il futuro dell’azienda. Ma serve anche l’incontro col Governo che deve dare garanzie legando Ansaldo Energia a quello che sarà il piano energetico nazionale che ancora non conosciamo perché bisogna garantire la sostenibilità dell’azienda con un piano industriale concreto per il rilancio di Ansaldo Energia. Marino ha dato novità’ a fronte del carico di lavoro con quattro commesse che potrebbero arrivare dall’Azerbaigian che saranno possibili come lavorazioni per metà’ 2023 riducendo lo scarico di lavoro. Inoltre l’ azienda ha comunicato che sono arrivate delle liquidità’ economiche a fronte di incassi di commesse in corso pari a 26 milioni di euro che aiutano nel breve periodo a saldare i debiti con i fornitori ,in tutti i casi sono solo risorse che risolvono parte dei problemi nel breve periodo ma non nel lungo periodo. Infine l’AD ha comunicato che ha preso contatti con il ministero della transizione ecologica per parlare dello sblocco delle commesse sulle centrali a carbone da convertire a gas”.

Anche Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom Cgil ha poi ribadito i motivi dello sciopero arrivato dopo una serie di agitazioni: "Servono la ricapitalizzazione e nuove commesse".

 

 

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