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La polizia penitenziaria ligure chiede attenzione, c'è bisogno di un aiuto per la gestione dei carcerati
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di Redazione

GENOVA - I decreti svuota-carceri sembrano non bastare per le strutture della Liguria, a denunciarlo Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, sono necessarie forme di difesa più avanzate.

In Liguria sono oggi presenti, nelle sei carceri regionali, circa 1.400 detenuti a fronte di 1.100 posti letto regolamentari. Grave invece la carenza di poliziotti: mancano ben 148 poliziotti rispetto all’organico previsto di 994 unità.

"Da tempo, gli appartenenti al Corpo si trovano in una notevole situazione di disagio a causa della carenza di organico in tutti i settori, della mancanza di vestiario, delle difficoltà di assicurare una costante manutenzione delle strutture: la Polizia Penitenziaria tiene duro, nonostante le mille difficoltà", Afferma Donato Capece, "Ogni giorno nelle carceri della Liguria succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre".

 Una delle maggiori preoccupazioni riguarda proprio la gestione dei numerosi carcerati che appaiono sempre più violenti: "Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene. Ma servono anche più tecnologia e più investimeni", prosegue il segretario generale, "la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam".

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