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Oltre 200 persone hanno sfidato pioggia e freddo e sono arrivate in bicicletta da ogni parte della città per chiudere ancora più attenzione sul tema: "Servono le ciclabili in sede protetta e tutti devono rispettare le regole del codice della strada"
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di Andrea Popolano

GENOVA - Hanno sfidato la pioggia e il freddo. Sono arrivati da ogni parte di Genova: chi da Nervi, chi da Pra', chi da Struppa e dalla val Polvecera per unire idealmente tutta la città. Oltre 200 persone hanno partecipato alla ciclabile umana in via XX Settembre. Un serpentone di bici, tutti bardati per proteggersi dalla pioggia e dal freddo inclemente di questo sabato di inizio dicembre. Un iniziativa che ha riunito tutte le principali associazioni che ruotano attorno al mondo della bici.

Stefania Mariongiu fa parte del coordinamento dell'iniziativa: "Le strade non sono sicure perché non si segue codice della strada, vogliamo che queste regole vengano rispettate da tutti, ciclisti e pedoni inclusi. Vogliamo una città che sia a misura di uomo e bambino perché vuol dire avere degli spazi più sicuri. Il Comune di Genova ha fatto molto in questi anni e ci sta dando supporto in molto attività. Al sindaco Marco Bucci chiediamo di essere ancora più coraggioso. Questa città merita di essere una città internazionale e tutte le città si stanno muovendo per avere le zone del centro sempre più chiuse al traffico".

E proprio il sindaco Bucci pochi giorni fa ha ribadito l'intenzione entro pochi anni di avere i mezzi pubblici gratis in città che sarebbero finanziati da un 'pedaggio' per chi usa il mezzo privato inquinante nelle vie di Genova (Leggi qui). "Speriamo di riuscire a incrementare il numero di persone che utilizzano la bici - spiega uno del partecipanti alla ciclabile umana -. Anche se da anni tutti dicono che Genova non è adattata per muoversi in bici invece noi diciamo che lo è. Sono necessarie però regole precise, disciplina, educazione e spazi a disposizione. Bisogna rinunciare a delle abitudini ormai consolidate, solo così arriveremo a muoverci anche in bicicletta per le vie della nostra Genova così come fanno nelle città di tanti Paesi stranieri".

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Al braccio la fascia nera in segno di lutto per ricordare chi ha perso la vita in sella a una bici. L'ultimo caso quello del campione Davide Rebellin travolto da un camion. Ma la lista è lunga: a Genova nel solo 2021 si sono contati 106 incidenti con bici e monopattini coinvolti. "Una città dove possono andare le bici sono città dove ci si muove più tranquillamente. Serve maggiore regolamentazione del traffico, ci sono ancora troppe macchine sopra la sede destinata alla ciclabile e ci sono mezzi che vanno troppo veloci. Bisogna far capire a tutti che ci devono essere zone in cui i mezzi provati non devono entrare e altre dove il loro accesso deve essere limitare".

C'è anche chi, ben protetto dalla pioggia, ha portato il passeggiano che attaccato alla bici segue il genitore ciclista per le vie della città. L'assessore alla Mobilità del Comune di Genova Matteo Campora ha annunciato l'arrivo e l'installazione di nuove rastrelliere lungo le ciclabili genovesi. "Servono sempre più piste e servono in sede protetta in modo da permettere di arrivare agevolmente in centro città. Le piste ciclabili sono fondamentali, il problema è farle rispettare - spiega un altro dei partecipanti all'iniziativa -. Il fenomeno dei transiti di auto e moto nella sede delle piste ciclabili è più pericolosa di non averla".

Ma d'estate il caldo e d'inverno la pioggia e il freddo tra salite e discese. Ma Genova è una città adatta alle bici. "Sicuramente sì - risponde senza alcun dubbio un altro dei partecipanti in sella alla sue due ruote -. Ci si copre bene a costo di non fare bella figura con l'abbigliamento. Basta attrezzarsi e prendere i giusti accorgimenti. D'estate arrivati al lavoro invece basta avere un ricambio". "Vengo in città tutti i giorni per lavoro - racconta un altro -. Serve maggiore sicurezza perché la mattina sappiamo quando usciamo ma non sappiamo se torniamo. Non sono un fanatico della bici ma sono la dimostrazione che usare questo mezzo per muoversi in città è possibile. Sono sicuro che è solo una questione di tempo ma ci sarà un cambiamento di mentalità".