GENOVA - Vero è che i genovesi non sono abituati a temperature rigide, vero che spesso i nostri istituti scolastici sono situati in vecchi edifici storici, ma rimanere fermi in un aula, per 5-8 ore, con una massima di 13 gradi - a volte molto meno- sarebbe sicuramente una sofferenza per tutti.
Questa è la situazione di molti comprensori che vedono alunni e personale costretti a tenere le giacche all'interno delle classi, rinchiudersi nelle aule più calde o addirittura perdere le lezioni in quanto il clima non è sostenibile, per non parlare poi dei malanni che molti continuano a portarsi dietro proprio a causa del costante freddo.
Oggi la soluzione pare essere quella di riunire tutti in palestra, tra non poche proteste, nella speranza che il calore umano faccia il suo meglio. E' quello che sta accadendo questa mattina in due diversi istituti genovesi: nella succursale a Sturla del "Vittorio Emanuele Ruffini" e al liceo "Sandro Pertini" all'interno delle vecchia Diaz.
Nella succursale del Ruffini, a Sturla, una mamma segnala che le classi sono state portate dal personale in palestra nella speranza di patire meno il freddo. Qui i ragazzi si sono portati coperte e tute pesanti, pare anche sotto consiglio del personale dell'istituto, per affrontare i 10 gradi che hanno registrato anche nei giorni seguenti. Secondo le segnalazioni questo edificio ha anche problemi di finestre rotte e alcuni sanitari mal funzionanti.
Il Ruffini non è l'unico con gli alunni in palestra. I ragazzi del liceo Pertini hanno deciso di protestare per le condizioni climatiche delle loro aule riunendosi in palestra e abbandonando i propri banchi in cui sono costretti a seguire le lezioni senza togliersi mai la giacca. Il problema anche qui è sempre il solito: l'impianto è vecchio e la caldaia ha bisogno di essere riparata, in quanto al momento funziona solo al 50% delle sue potenzialità. Il dirigente, Alessandro Cavanna, pur comprendendo i disagi che coinvolgono non solo gli alunni ma anche tutto il personale, precisa che i lavori di riparazione dovrebbero avvenire entro una o due settimane, "Aspettiamo il pezzo di ricambio, più di questo non si può fare. Non possiamo nemmeno bloccare le lezioni e tenere tutti i ragazzi a casa".
Queste sono solo le ultime segnalazioni che abbiamo ricevuto da parte di genitori preoccupati per la salute e per l'istruzione dei propri figli (LEGGI QUI le altre notizie sul freddo in aula) e solo l'ultima presa di posizione da parte dei ragazzi (LEGGI QUI le altre proteste), segnalazioni che si ripetono ogni anno. Non sarà il momento di fare davvero qualcosa?
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci