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A 32 anni l'insolita carriera della giovane con due lauree
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di Matteo Cantile

Che per le donne nessuna carriera sia preclusa è oggi un dato di fatto: al netto delle difficoltà ad accedere ad alcune professioni specifiche e delle differenze di salario che ancora resistono, sono pochissimi gli ambiti da cui le donne sono escluse. Dal calcio agli eserciti, passando per i piazzali dei porti fino alle professioni intellettuali o alla politica, sono moltissime le donne che si stanno ritagliando uno spazio di successo.

Alcuni campi, però, sembrano più ostili al ‘gentil sesso’: ad esempio tutti quelli che obbligano a particolari fatiche fisiche che appaiono poco compatibili con il corpo femminile. Ma anche in questi settori le cose stanno cambiando e la storia di Maddalena Buzelli lo dimostra. Questa giovane ragazza, 32 anni appena compiuti, che al muro ha incorniciate ben due lauree, ha infatti deciso di abbracciare una professione che non assoceremmo con immediatezza a una donna: Maddalena ha deciso di diventare contadina.

“Ed è così che mi piace definire la mia professione – spiega a Primocanale – alcuni lo ritengono dispregiativo ma non è così. L’idea mi è venuta dopo gli studi, nel 2019,  e così ho aperto la mia azienda agricola nei terreni di famiglia, nel comune di Isola del Cantone. Non erano in molti a credere che una ragazza da sola potesse avviare un’impresa di questo tipo e invece negli anni ho dimostrato che è possibile e sono riuscita a realizzarmi nel lavoro con un’attività che è utile anche nella salvaguardia del territorio”.

Maddalena, peraltro, non ha una famiglia di tradizioni contadine: “L’apporto della mia famiglia è stato soprattutto quello di mettermi a disposizione il terreno ma non avevamo nessuna storia familiare in questo settore. Ritengo quindi che si possa sfatare il mito che lavorare la campagna sia impossibile per una giovane ragazza che non abbia il  padre o il nonno con il trattore”.

In una professione come quella scelta da Maddalena l’attributo essenziale è la passione: “Questa più che una scelta lavorativa è una scelta di vita. Il mio è un lavoro difficile che impegna a 360 gradi, pieno di sfide: però io penso che soprattutto noi donne abbiamo la capacità di vivere lavoro e vita privata come due facce di un’unica medaglia e questo secondo me ci aiuta a vivere appieno un’esperienza come quella che sto facendo io. Se dovessi fare il conto delle ore che dedico al lavoro smetterei subito”.

Anche perché la vita di una contadina è abbastanza spartana: “L’attività – dice Maddalena – dipende molto dalle stagioni. Ora il sole sorge abbastanza presto e le temperature sono già abbastanza alte, quindi bisogna puntare la sveglia di buon’ora: comincio sempre dando da mangiare ai miei animali e poi procedo con il lavoro nei campi”.

Lo stile di vita di Maddalena sembra perdersi nella notte dei tempi: “Io vivo nello stesso luogo in cui lavoro e cerco di fare tutto da sola, compreso il tagliare la legna per accendere il fuoco che mi scalda. Però non sono affatto restia alle innovazioni tecnologiche e penso che la cosa migliore sia mescolare il nuovo e l’antico in modo armonioso con la tradizione contadina alla quale sono tanto affezionata”.

Sull’andare a letto presto, che sembra così connaturato alla vita in campagna, Maddalena ci parla di un falso mito: “Ci sono delle colleghe bravissime che si occupano anche di allevamento e quindi si trovano a mungere anche alla sera tardi; io stessa, che pure mi dedico esclusivamente all’agricoltura, mi trovo a lavorare molto a lungo, in particolare d’estate quando il chiarore delle giornate mi permette di sfruttare al massimo le ore. Poi capita d’aver finito tardi e di avere il mercato la mattina successiva, quindi spesso si dorme poco”.

E nella logica ‘spartana’ del lavoro contadino, anche le ferie sono un tema complicato: “All’inizio è stato difficile staccare anche solo qualche giorno, ora le cose vanno meglio, si riesce a vivere un po’ di rendita su quello che è stato fatto in precedenza. Le mie ferie comunque sono rigorosamente invernali e in ogni caso devo trovare un sostituto per dare da mangiare gli animali, loro non possono certo essere trascurati”. La nota positiva è certamente legata al business che, spiega Maddalena, funziona: “C’è molta voglia di cibo genuino, di riavvicinarsi alla terra. Quindi i margini di guadagno ci sono”.

E il futuro? Ecco i sogni di Maddalena: “Vorrei riuscire a conciliare l’aspetto produttivo con quello culturale. Noi donne abbiamo una grande propensione alla cura, degli altri e della nostra comunità: vedo nel futuro un’agricoltura più umanistica e voglio lavorare in questa direzione”.

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