Attualità

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di Dario Vassallo

E' una delle pagine più nere della giustizia italiana. Alle quattro di notte del 17 giugno 1983, quarant'anni fa, Enzo Tortora veniva arrestato con l'accusa di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. A colui che aveva condotto per anni la 'Domenica sportiva' portando poi 'Portobello' nelle case di ventisei milioni di italiani non venne risparmiato nulla, compresa l'umiliazione di essere mostrato in manette davanti ai fotoreporter e alle telecamere, immagini che fecero il giro del mondo. Le accuse si basavano sulle dichiarazioni di alcuni pregiudicati e di un pittore che affermò con la moglie di averlo visto spacciare droga negli studi di Antenna 3. Gli elementi 'oggettivi' si fondavano esclusivamente su un'agendina trovata nell'abitazione di un altro camorrista recante scritto un nome che dopo una perizia calligrafica risultò essere Tortona e non Tortora. Venne condannato a dieci anni di carcere. La sua innocenza fu dimostrata il 15 settembre 1986, quando fu assolto con formula piena dalla Corte d'appello di Napoli con sentenza confermata dalla Corte di cassazione l'anno successivo. Secondo i giudici, gli accusatori avevano dichiarato il falso per ottenere una riduzione di pena mentre il pittore voleva trarre pubblicità da questa vicenda per vendere meglio i propri quadri. Tortora morì a soli 59 anni il 18 maggio 1988 stroncato da un tumore polmonare. Su questa drammatica storia il regista Marco Bellocchio ha annunciato a Primocanale di essere intenzionato a girare il suo prossimo film. Dall'archivio storico di Primocanale l'inaugurazione, nel 2008, di una porzione laterale di Galleria Mazzini a lui dedicata.