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È stata una partenza al rallentatore per l'edilizia a Genova con i dati della Cassa Edile genovese che hanno certificato il momento difficile del settore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
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di Au. B.

GENOVA - Calano i lavoratori e i salari nel mondo dell'edilizia genovese nel primo trimestre del 2023. È stata una partenza al rallentatore per l'edilizia a Genova con i dati della Cassa Edile genovese che hanno certificato il momento difficile del settore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

"C'è stato un calo di 5 milioni di euro per quanto riguarda la massa salari, siamo passati da 35 del 2022 agli attuali 30. E poi si evidenzia un trend negativo anche per lavoratori e imprese", spiega Andrea Tafaria, segretario generale Filca Cisl Liguria. Nel dettaglio facendo una media dei primi tre mesi dell'anno le imprese si sono attestate a 1161 rispetto alle 1530 del 2022, significativo anche il calo dei lavoratori 8796 a 7154 nel 2023. Infine le ore lavorate hanno registrato un passo indietro negli ultimi dodici mesi: da 3,4 milioni nel primo trimestre 2022 siamo oggi 2,8 milioni.

"Eravamo consapevoli che si potresse creare quesat situazione - spiega ancora Tafaria - Genova sta pagando dazio mentre in altre province il comparto ha tenuto. Ma dobbiamo subito lavorare per evitare che questa flessione possa continuare e anzi peggiorare nel secondo trimestre dell'anno. E per questo motivo dobbiamo cogliere le opportunità che ci saranno offerte nel breve e medio termine dalle grandi opere che stanno partendo come la Diga e speriamo a breve la Gronda ma anche da quelle che sono state già avviate e partiranno a breve come le opere legate al PNRR. E penso in prospettiva a Genova anche al Piano Caruggi che potrà dare risposte importanti da questo punto di vista".

"Senza dimenticare ovviamente l'edilizia sanitaria e scolastica. Dobbiamo però lavorare per farci trovare pronti e mi riferisco alla formazione di quelle figure professionali che oggi mancano e possono diventare strategiche ad esempio per la Diga - conclude Tafaria -. Formazione che deve essere fatta su un doppio livello: dare nuove competenze a chi è già impegnato nel settore edile ma anche ai giovani che si stanno affacciando al nostro comparto in cerca di occupazione".

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