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di Matteo Angeli

I lavoratori dell'ex Ilva saranno di nuovo in sciopero. I sindacati dopo aver definito disastroso l'incontro con il governo sull'ex Ilva a palazzo Chigi hanno infatti proclamato 8 ore di sciopero unitario in tutti gli stabilimenti. "È andato malissimo anche rispetto alle aspettative che erano minime e subordinano ogni decisione dall'assemblea dei soci prevista per il 23 novembre", dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, lì si capirà se il socio intende restare in Italia. A Genova giovedì prossimo, 16 novembre, dovrebbe tenersi un'assemblea pubblica per decidere le modalità dell'astensione.

"ArcelorMittal non può tenere in ostaggio i lavoratori, il Governo e i cittadini delle città dove ci sono le sedi degli stabilimenti" dice il segretario generale della Fiom, Michele De Palma. Il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia aggiunge che il governo promette comunque che "lo stabilimento non chiuderà ma abbiamo bisogno di alzare il livello. C'è troppa incertezza". 

In una nota la presidenza del Consiglio fa sapere che "il tavolo di confronto tra il Governo e le confederazioni sindacali sull'ex Ilva di Taranto che sarà stabile e permanente, si è svolto in un clima franco ed è stato l'occasione per aggiornare i sindacati sugli avanzamenti che il governo sta portando avanti per affrontare le complesse questioni che caratterizzano da decenni l'impianto siderurgico di Taranto".

Per l'Esecutivo si tratta di un "confronto importante" nell'ambito della strategia in cui "l'acciaio italiano torna a essere protagonista e che mira a mettere nero su bianco le urgenze e gli impegni che devono essere assunti da tutte le parti". Da parte propria il Governo ha ribadito gli impegni assunti che "prevedono l'assoluta esclusione di ipotesi di chiusura o liquidazione dello stabilimento nonché della sospensione dell'attività".