GENOVA - "In dieci anni abbiamo servito alla mensa di via delle Fontane in centro a Genova un milione di pasti caldi, ogni anno ne serviamo 160mila a 4 euro l'uno, negli ultimi mesi siamo arrivati a 800 pasti al giorno dal lunedì al venerdì e così non possiamo continuare. Se non arriveranno aiuti anche dalle istituzioni potremo andare avanti solo due o tre mesi poi dovremo chiudere perchè la spesa è insostenibile nonostante l'aiuto della Diocesi". L'appello della Comunità di Sant'Egidio è arrivato durante la puntata di 'People' attraverso le parole di don Maurizio Scala.
L'esperienza della mensa di Sant'Egidio don Maurizio Scala l'ha vissuta dal primo giorno nella sua precedente ossia prima di diventare sacerdote e la vive oggi, l'ha pensata e realizzata insieme ad altri volontari che si occupavano dei senza fissa dimora quando lui per tutti era solo 'Momo', punto di riferimento per chi si trovava a vivere per strada a Genova.
"La mensa dieci anni fa non è nata a tavolino e neanche in ufficio - racconta don Maurizio - è nata in strada perchè facendo i giri la sera portando generi alimentari alle persone di strada lì incontravamo tutta una serie di domande come quella sanitaria e così abbiamo aperto un ambulatorio medico, poi una domanda relativa all'igiene personale e allora abbiamo aperto le docce e poi una domanda alimentare perchè queste persone mangiavano sempre e solo panini quindi qualcosa di asciutto, mancavano le vitamine, la frutta e la verdura, mancava insomma un pasto completo e caldo ma anche un luogo dove poter mangiare anche insieme e ritrovare un po' di dignità".
"L'11 febbraio del 2015 nello spazio messo a disposizione dalla Diocesi c'erano 89 persone, poi questo numero è cresciuto e si è stabilizzato intorno alle 250 persone - prosegue - pensavamo che quello fosse il nostro target anche per il genere ma abbiamo visto che le presenze crescevamo e nel periodo pre Covid eravamo a 450, durante il Covid siamo arrivati a mille persone al giorno sette giorni su sette. Ora la mensa è aperta dal lunedì al venerdì con una media di 800 persone al giorno".
"In questi dieci anni almeno 16mila persone sono venute una volta alla mensa di via delle Fontane vuol dire che un genovese circa su 30 almeno una volta è venuto alla mensa".
Ogni pasto costa 4 euro da qui la richiesta di aiuto rivolta a tutti: "Siamo in contatto con il Comune ma non è facile neanche per loro, noi però abbiamo bisogno da un punto di vista economico di trovare delle risorse che ci consentano di non chiudere la mensa".
Per un numero sempre maggiore di persone far quadrare i conti è un problema quotidiano, mentre chi vive in condizione di fragilità fatica ad arrivare a fine mese e cresce il numero di quanti sono costretti a chiedere aiuto. A pesare - denuncia Sant’Egidio - sono l’inflazione alle stelle e i beni di consumo sempre più costosi, la crisi energetica e il caro bollette, gli stipendi al palo.
Secondo l’ISTAT, oltre 5,6 milioni di persone vivono in povertà assoluta, di cui 1,3 milioni sono bambine e bambini. Il numero di individui in povertà assoluta è aumentato nel giro di un anno, arrivando al 9,7% nel 2022 dal 9,1% dell’anno precedente, in gran parte a causa dell’inflazione e dei suoi effetti.
Numeri che possono sembrare freddi ma che rappresentano un volto e una storia che i volontari di Sant'Egidio incontrano ogni giorno nella mensa di via delle Fontane.
Don Maurizio per il futuro spera di poter aprire mense più piccole nei diversi quartieri per riuscire a dare una risposta maggiore. Una nuova modalità che ha avuto una spinta dal Covid, oggi sono dieci in vari quartieri di Genova ma le richieste sono sempre in aumento.
Per info www.santegidioliguria.org oppure 010 2468712
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