(fotografia dell'Arch. Jacopo Baccani)
GENOVA - "L'area commerciale si può sempre non fare": Alessandro Cavo, presidente di Ascom Confcommercio, ripete questa frase come un mantra. Lo fa più volte nel corso del dibattito sul nuovo Palasport che si è sviluppato nel Programma Politico di Primocanale. Il nostro approfondimento sul tema è partito nella giornata di ieri con la posizione del Vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi (LEGGI QUI).
I commercianti genovesi hanno paura del nuovo Palasport perché temono che l'area commerciale annessa alla struttura possa diventare una nuova Fiumara: "Genova ha perso molti abitanti nel corso degli anni - spiega Cavo - aggiungere una nuova galleria commerciale rischia di penalizzare il commercio già esistente in città. Ciò che noi vorremmo, e che ci portò a digerire e accettare il nuovo insediamento, è che nel Waterfront sorga una struttura che sia un grande attrattore di turisti, che spinga le persone a venire a Genova".
L'idea di Cavo è quella di creare una sorta di Acquario bis: "E' stata, e ancora è, questa grande attrazione turistica a portare in città milioni di turisti. Genova ancora si poggia sulla forza del suo Acquario e al Waterfront servirebbe qualcosa di simile: penso a un museo di arte moderna e contemporanea, la città è piena di collezionisti che potrebbero prestare le loro opere per la fruizione collettiva".
La preoccupazione, in sostanza, è quella che il nuovo Palasport da solo non basti per creare interesse al di fuori della città: "E' innegabile che la sola presenza di un quartiere disegnato da un architetto del calibro di Renzo Piano possa generare dei visitatori, ma non è questo l'attrattore speciale che avevamo immaginato".
Vi è poi la critica sulle connessioni tra il centro cittadino e il Waterfront: al momento non è ancora chiaro quale tipologia di trasporto urbano (al di là dei parcheggi interrati che sono previsti nel progetto) sarà utilizzata per collegare il nuovo quartiere, sebbene il Comune abbia già previsto una serie di navette che faranno la spola e promette di studiare altri sistemi per evitare che la nuova area diventi una cattedrale nel deserto.
Da Cavo arriva infine una richiesta alla pubblica amministrazione: "Serve maggiore trasparenza sui dati potenziali di incoming legati al nuovo Palasport. Quante persone potranno arrivare a Genova grazie a questa nuova attrazione sportiva? Ci sono degli studi già realizzati? Per farci un'idea più precisa di questa novità avremmo bisogno di saperne di più, anche la Fabbrica delle Idee è per me qualcosa di molto nebuloso che non mi permette di capire cosa succederà".
IL COMMENTO
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