GENOVA - Un intervento immediato e un progetto a più ampia visione basato su vasche capaci di contenere l'acqua ed evitare che questa finisca nella strada. Il Comune di Genova prova a trovare una soluzione per i continui allagamenti che si verificano quando piove nel sottopasso di via Pacoret de Saint Bon a Multedo. Il tema è finito al centro delle discussioni del consiglio comunale a Palazzo Tursi. Durante le giornate di pioggia il sottopasso si allaga obbligando la polizia a deviare il traffico in uscita dal casello di Genova Pegli.
La consigliera del Pd Rita Bruzzone ha presentato un ordine del giorno. La risposta dell'assessore alle Manutenzioni Mauro Avvenente annuncia una serie di lavori che verranno eseguiti nell'area e che dovrebbero servire a trovare una soluzione. L'assessore spiega "dovrebbe essere Autorità Portuale ad intervenire, risultando la foce del rio Rostan in area demaniale, ma il Comune interverrà comunque. Giovedì si faranno i prelievi per verificare e caratterizzare il materiale. Infatti il rio Rostan, scendendo verso il mare, contiene diversi materiali di cui va esaminato il contenuto prima del relativo abbancamento. Il primo intervento mira a consentire un minimo di scarico dell'acqua, che risulta molto difficoltoso al netto di continui interventi di pulizia delle caditoie. Oltre al primo intervento, il Comune sta lavorando a un progetto più articolato che prevede la realizzazione di uno scavo di 200 metri di fognatura per portare l'acqua in due vasche fatte realizzare nei primi anni '90 dall'allora assessore Dispensa. Queste due vasche, congiuntamente all'attivazione di due pompe, consentiranno di pompare l'acqua e di farla scaricare nel torrente Varenna per risolvere definitivamente il problema dei continui allagamenti".
Il problema nasce dal rio Rostran che sfocia proprio nella zona. Alcuni decenni fa, spiega il Comune, l'attuale campo sportivo di Multedo si affacciava direttamente sul mare che, rispetto ad allora, si è allungato di 250 metri. Questo lavoro nel tempo è avvenuto per via da una parte del "naturale dilavamento delle colline svolto dall'azione erosiva dell'acqua provenienti dai monti, ma anche per il progetto di rinaturalizzazione della cava ex Pian di Carlo. Infatti, i 900mila metri cubi di materiale abbancato, diventati poi 1,2 milioni, a causa dell'azione di dilavamento dell'acqua sono finiti nel torrente Varenna che li ha trasportati in mare, prima che il mare li riportasse sulla spiaggia".
In passato in due diverse occasioni l'Autorità Portuale ha eseguito il dragaggio del canale di accesso al Porto Petroli e a Fincantieri "in modo da consentire il transito delle navi, mentre risale al 2002 la realizzazione da parte di Ireti del collettore fognario di copertura alla foce del rio Rostan, oltre a un'altra serie di interventi" spiega l'assessore Avvenente.
Il collettore era stato realizzato in modo da poter uscire rispetto alla linea di battigia di 35-40 metri, ma oggi quel collettore risulta interamente assorbito dall'allungamento della spiaggia, e quindi totalmente intasato, rendendo impossibile il deflusso delle acque che si accumulano nel sottopasso. Proprio per questo la necessità del primo intervento utile a ripulire lo scarico e permettere così il defluire dell'acqua. Il secondo invece mira a risolvere più affondo il problema con delle vasche già presenti dagli anni '90. Serve però uno scavo per permettere all'acqua di confluire in quelle vasche.
IL COMMENTO
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