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Io tengo al mio Aeroporto, in una Genova totalmente isolata da autostrade e ferrovie bisogna tenercelo stretto e svilupparlo
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di Maurizio Rossi

L’aeroporto Cristoforo Colombo, il “City AirPort di Genova”, sebbene abbia ormai un buon presidente, Alfonso Lavarello, e un direttore, Francesco D’Amico, che ha dimostrato nella sua carriera ottime capacità operative, è un’operazione molto più complessa di quanto si voglia far vedere. Per questo va seguita nei minimi particolari, nell’interesse dei cittadini e in quello dello sviluppo del territorio.

Innanzitutto il teorico ingresso del Comune, come vorrebbe comprensibilmente il Sindaco Bucci, acquistando le azioni da Adr (Aeroporti di Roma dei Benetton), non è un'operazione semplice. Non vedo l’ora che Adr esca dall'Aeroporto. La società dei Benetton con interessi primari su aeroporti di Roma e Nizza sarebbe stato il socio tecnico che invece non ha certo brillato nel far decollare il nostro aeroporto. Non voglio pensare che sia stato fatto per privilegiare Nizza, che gli garantisce traffici e utili neanche paragonabili.

L’operazione Adr/Comune è molto complessa: intanto perché esistono delle prelazioni tra i soci, quindi la vendita delle azioni di Adr potrebbe essere effettuata primariamente ai due altri azionisti, che sono Autorità Portuale e Camera di Commercio. Comune e Regione al momento dovrebbero anche spiegare perché vogliano entrare in una società di diritto privato e ancor più essendo questa in perdita (vedremo fra poco il bilancio del 2023 ma si immagina una perdita e una probabile ricapitalizzazione) avrebbero anche giustificazioni da fornire alla Corte dei Conti.

L’azionista di maggioranza ad oggi è Autorità di Sistema Portuale, attualmente commissariato con Paolo Piacenza ma in attesa del nuovo presidente che arriverà probabilmente entro fine anno. Proprio l’Autorità Portuale vorrebbe portare avanti l’operazione di ingresso di nuovi azionisti e non a caso aveva fatto proprio quell'annuncio sul Secolo XIX il 6 gennaio: "Manifestazione di intenti senza alcun impegno" alla quale hanno risposto Msc, Costa, Spinelli, Remondini/Marcevaggi e i 777, i proprietari del Genoa.

In alcuni di loro non si vede un vero socio di mestiere, che è quello di cui il nostro aeroporto ha estremo bisogno per tornare a crescere dopo un anno che sembrerebbe in perdita rispetto a traffici e utenti, in controtendenza con gli altri aeroporti italiani. Teoricamente si ritiene che il traffico crocieristico potrebbe portare 200/300 mila passeggeri in più, ma un aeroporto non può vivere solo su questa ipotesi.

Si parla poi addirittura di una fantomatica seconda pista, ma non ritengo che sia così necessaria, a meno che non ci siano progetti non dichiarati ben diversi. Se così fosse immagino che la seconda pista intanto servirebbe per motivare e sversare tutto il materiale di scavo proveniente da diversi altri mega cantieri, sempre che vadano avanti: dal Tunnel Subportuale alla Gronda (se mai dovesse partire e su cui nutro enormi dubbi).

Questa seconda pista,  se completata, potrebbe poi diventare la prima e unica: essendo più esterna verso il mare, potrebbe avere meno problemi con il cono aereo. Spiego meglio ai non addetti ai lavori: il decollo e atterraggio degli aerei deve avvenire all'interno di un “cono” dove non ci sono interferenze, palazzi, gru portuali etc., per motivi ovviamente di sicurezza. La nuova diga, il cambiamento dei terminal di Sampierdarena (che oggi sono a pettine e che terminalisti come Spinelli e Messina vorrebbero venissero riempiti per poter sfruttare maggiori spazi a terra), porterebbe le navi più esterne ma anche le gru enormi, quelle che dovrebbero lavorare su navi da 400 metri e che oggi non possono andare nei loro terminal, ma solo al Psa (dove socio è anche Schenone) andando a creare probabili problemi con ENAC che deve garantire la sicurezza e autorizzare, appunto, il cono aereo per consentire le manovre degli aerei in totale sicurezza.

Ma in tal caso l’attuale pista che cosa diventerebbe? Un’altra piattaforma logistica per container? Un teorico spazio dove portare le Riparazioni Navali e toglierle dallo spazio attuale tra Waterfront di Levante e Porto Antico, tornando al primo Blue Print di Renzo Piano che voleva proprio togliere le Riparazioni Navali da lì per rendere tutta l’area a scopo ludico turistico e per barche da diporto?

Se queste ipotesi che faccio sono più che ipotesi, allora comprenderei anche meglio il grande interesse verso l’aeroporto e le sue aree più che per i voli aerei, ma di questo nessuno ne vuole parlare. E allora capirei anche l’interesse, oltre che delle due compagnie di crociere Costa e Msc, di chi si occupa di terminal e logistica come Spinelli e Marcevaggi/Remondini. Non comprendo invece l’obiettivo del Fondo 777, che legittimamente ha comunque fatto la manifestazione di interesse non impegnativa.

Resta poi da capire per quale ragione a 4 anni dalla scadenza della concessione aeroportuale, che ricordo essere nel 2029, dovrebbe esserci tutto questo interesse per entrare nella società Aeroporto Cristoforo Colombo Spa, considerando che ENAC, comunque, dovrà fare una gara europea per assegnare i prossimi 25 anni di concessione e che essere soci di questa società che gestirà sino al 2029 l’aeroporto non dà alcuna prelazione sul futuro.

Gli azionisti pubblici, comunque, dovrebbero fare una attenta valutazione dell'importo a cui vendere le quote ai privati, in quanto quelle azioni sono un bene pubblico e infatti si dovrebbe passare da una gara anche per la vendita. Non ritengo quindi che la manifestazione d'interessi abbia alcun rilievo né sia alcuna prelazione.

Intanto Alfonso Lavarello sta lavorando per dare comunque al Cristoforo Colombo una stazione che sia vicina alla Stazione Marittima, mentre quella di Erzelli-Sestri Ponente dovrebbe cambiare denominazione e diventare Stazione Aeroporto, collegata (così si dice) con un tapis roulant di 600 metri. Ricordo che si erano anche ipotizzati altre soluzioni come ovetti, funivie e Skymetro. Sinceramente non so dire quale sia la soluzione migliore e quanto varino i costi.

La viabilità autostradale resta un vero mistero, tanto più considerando che se a Erzelli dovessero arrivare migliaia e migliaia di studenti e personale di tante aziende come qualcuno ci racconta, la viabilità di quel territorio e quel casello autostradale rischia di essere totalmente insufficiente. A quel punto sarà sempre meglio prevedere, nel caso in cui si debba andare a prendere un aereo, un bell’anticipo, alla faccia della "comodità" del City AirPort.

Sono solo riflessioni, che tengo a portare come mio contributo al dibattito generale su Aeroporto e non solo, ma in tempi brevi le carte si dovranno scoprire perché se oggi ci sono già lavori indispensabili che bloccano il traffico ferroviario per il nodo di Genova, con forti problemi per chi usa il treno per spostarsi anche da una parte all’altra della città, non si può pensare che fra due anni si inizino altri lavori. Si devono per forza fare tutti insieme, per poi avere un servizio più efficiente per cittadini, crocieristi, turisti, e per chi vorrà lavorare a Genova e con Genova.

Se poi qualcuno degli attori che cito pubblici o privati vuole arricchire queste riflessioni e ipotesi di come si stia giocando a Risiko con qualche informazione ad oggi “segreta”, ne sarei lieto per chiarezza e trasparenza verso tutti noi che in questa città ci viviamo, lavoriamo e crediamo, soprattutto vedendo un notevole decadimento del mondo imprenditoriale che sembra svegliarsi solo quando viene annusato un affare o una nuova occupazione di spazi e territori che forse dovrebbero a volte essere invece restituiti alla città.

Siamo una città’/porto, ma ci sono anche altri interessi e attività da sviluppare nella nostra medioevale straordinaria Genova. Non voglio che diventiamo solo un porto, una città sommersa da contenitori e senza neppure una viabilità che poi consenta di farli uscire  senza subire ulteriori problemi di traffico sino al blocco totale e rendendo impossibile vivere e operare anche a chi non vive di solo porto.