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I commercianti fanno le barricate ma la città metropolitana prende tempo
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di Matteo Cantile

GENOVA - Sul possibile aumento della Tari nella città Metropolitana di Genova è scontro aperto: la possibilità di un ritocco all'insù della tariffa sui rifiuti ha acceso un dibattito aspro all'interno dell'ente che riunisce i vari sindaci dell'ex provincia e sta facendo drizzare le antenne a vari soggetti, su tutti i commercianti che già sostengono costi significativi.

La storia è nota: Arera, cioè l'autorità che tra le altre cose norma il settore, ha invitato i gestori ad applicare un ritocco delle tariffe per tenere il passo con l'inflazione: Amiu, che gestisce il servizio, avrebbe previsto un rincaro del 6,8% in applicazione di questa direttiva e da qui è nata una trattativa con il sindaco metropolitano Marco Bucci per contenere gli aumenti entro limiti ragionevoli. I bene informati parlano di un possibile scaglionamento in due anni dell'aumento ma nulla è ancora ufficialmente definito e, anzi, Bucci diffida dall'inventare numeri che non corrispondono al vero. 

Il sindaco ha ricordato ieri in una seduta infuocata presso la Città Metropolitana (durissimo, in particolare, lo scontro con il sindaco di Ceranesi Claudio Montaldo) che altre città italiane hanno già applicato degli aumenti, che tali incrementi non hanno nulla a che vedere con la raccolta differenziata ma sono collegati al recupero dell'inflazione e che, in ogni caso, prima di procedere presenterà ai consiglieri e alla pubblica opinione uno schema di confronto tra Genova e le altre città italiane. 

Osservatori interessati, e già sulle barricate, sono i commercianti genovesi: "Un aumento è per noi categoricamente inaccettabile - ha dichiarato in una nota Alessandro Cavo, presidente di Ascom Confcommercio - quella che viene erroneamente definita 'anomalia' implica per le nostre imprese, da anni e fino al 2026, un enorme onere economico e il rischio di ulteriori chiusure, oltre a colpire particolarmente l'unico tessuto commerciale in tenuta nella nostra città: quello dei pubblici esercizi e di tutte le altre categorie grandi produttrici di rifiuti. Gli aumenti della TARI potrebbero infliggere un colpo mortale alle nostre imprese".