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di Aurora Bottino

GENOVA - "Ho fatto solo una vita ad aiutare la gente". Così Venanzio Maurici, l'ex sindacalista indagato nell'inchiesta che ha portato ai domiciliari il governatore Giovanni Toti, accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra e destinatario dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria entrando a palazzo di giustizia per l'interrogatorio di garanzia.

Il sindacalista genovese è in pensione dal 2018 ed è tra i nomi che emergono dall’inchiesta. La Cgil che in via cautelativa ha sospeso l’iscrizione di Maurici, ai sensi dello Statuto. "Siamo fortemente preoccupati per quanto sta emergendo dall’indagine della Procura che sta coinvolgendo i vertici politici della Regione ligure ai massimi livelli - si legge in una nota -, il sistema della gestione portuale e alcuni operatori economici".

"Non c'entro niente con nulla. L'inchiesta è surreale, nei miei confronti ovviamente. C'è una grande confusione, smentisco di avere aiutato Toti, cosa che per me è infamante". Così l'ex sindacalista della Cgil che si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice, ma che ha comunque rilasciato spontanee dichiarazioni con le quali ha respinto gli addebiti. Davanti a palazzo di giustizia ha inoltre negato di avere rapporti con Cosa Nostra.

"Sono 20 anni che continuano con questa storia della parentela. Con uno sono cognato ma non lo vedo da anni, l'altro nemmeno lo conosco". Quanto ai Testa, l'ex sindacalista ha detto "siamo amici da vecchia data ma non abbiamo rapporti perché politicamente distanti. Io sono di sinistra e loro di destra".