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Con l'inchiesta che ha terremotato la Liguria e il licenziamento dell'ex presidente di Autorità portuale, problemi che non hanno nulla a che vedere con Iren, le istanze dei genovesi rischiano però di non avere più spazio nel Consiglio d'Amministrazione
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GENOVA - Mentre palazzo Tursi tesse la sua tela con la promessa da parte del sindaco Bucci di trovare entro agosto un sostituto di Paolo Emilio Signorini, licenziato dal ruolo di Amministratore delegato di Iren dopo l'arresto per presunta corruzione il 7 maggio, i punti di domanda sul futuro di Genova e il rischio che l'inchiesta blocchi oltre al porto anche strutture fondamentali come l'azienda che produce ed eroga energia elettrica, gas e servizi ambientali, rimangono.

I 180 impiegati al lavoro nella nuova sede di Iren a Borgo Incrociati non sembrano però preoccupati. I lavori da circa 25milioni di euro si sarebbero dovuti concludere due anni fa, ma il taglio del nastro è stato più volte spostato fino a marzo 2024. Ma com’è il clima tra gli uffici della nuova sede? non molti sono disposti a parlare, si dicono di fretta o troppo impegnati, ma c'è anche chi lo fa.

Diversi si dicono sereni, o perlomeno "non è cambiato nulla" rispetto a prima, per altri, invece, le domande su Signorini "non sono argomenti di cui discutere".

Con l'inchiesta che ha terremotato la Liguria e il licenziamento dell'ex presidente di Autorità Portuale ora agli arresti, problemi che essenzialmente non hanno nulla a che vedere con Iren, le istanze dei genovesi rischiano di non avere più spazio all'interno del Consiglio di amministrazione, mentre le società che fondendosi crearono l'Iren di oggi, una torinese e l'altra emiliana, continueranno ad avere rispettivamente Dal Fabbro e Ferretti, pronti a combattere per loro.