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A bloccare gli iter è la burocrazia, situazioni di successioni che coinvolgono eredi residenti in altre parti del mondo, proprietà degli stabili non chiare, così come le provenienze
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di Aurora Bottino

LIGURIA - Sicuramente un'occasione che sembra imperdibile e che in molti Comuni d'Italia ha visto case abbandonate tornare ad accogliere famiglie, coppie di giovani ma anche nomadi digitali e aziende, le case a un'euro hanno spopolato. In Liguria solo due piccoli comuni hanno deciso di farsi intermediari per la compravendita di immobili fatiscenti, così da cercare di attrarre nuova vita per le strade dei loro borghi.

Le richieste sono state tantissime e ci sono state delle vendite andate a buon fine, ma molte delle case rimangono tutt'ora disabitate.

Si parla di più di 1500 domande per Pignone, comune spezzino tra la Val di Vara e il parco delle Cinqueterre che conta 600 abitanti e che inizialmente aveva messo a bando ben nove abitazioni di cui oggi, sul sito ufficiale del progetto 'case a un'euro', ne rimane solo una.

Per tutte le altre, spiega a Primocanale il sindaco Ivano Barcellone, "la prassi è iniziata ma è spesso bloccata da situazioni di successioni che coinvolgono eredi residenti in altre parti del mondo, proprietà degli stabili non chiare, così come le provenienze".

Anche a Triora, il noto borgo delle streghe nell'imperiese, subito dopo il bando emesso nel 2021 le richieste erano state centinaia, con molto interesse da parte di cittadini russi. Qui una casa è stata acquistata nel 2021 da una famiglia della provincia di Varese, che ha offerto 15.500 euro per la ristrutturazione dell'immobile in alta valle argentina e almeno altre tre sono tornate ad essere abitate.

Ma come funziona? Come si fa a comprare casa a un'euro? Ogni Comune definisce le modalità di acquisto degli immobili offerti al prezzo simbolico e le rende note attraverso un bando specifico. In generale, è l'amministrazione comunale stessa a promuovere il progetto e ad agire come garante della compravendita.

Chi acquista un'abitazione di questo genere è tenuto a presentare un progetto completo di ristrutturazione e rivalutazione dell'immobile, comprensivo di tempistiche previste per i lavori. Inoltre, l'acquirente è responsabile del pagamento di tutte le spese connesse all'acquisto, come quelle notarili, di voltura e di accatastamento. 

L'idea è quindi piaciuta e le richieste sicuramente non mancano, ma i Comuni che hanno aderito sono pochi. Le case in vendita ad oggi sono infatti solo due, una a Triora e una a Pignone: il problema sarebbe proprio nella burocrazia dietro alla gestione delle compravendite.

Ci sono sicuramente parti d'Italia in cui il successo è stato maggiore come a Sambuca, comune siciliano avanti nei tempi che nel 2018 ha venduto a prezzi che vanno da un minimo di 1.000 a un massimo di 21mila euro 16 case del Comune. In questo caso, però, il Comune era proprietario degli immobili, rendendo tutto più semplice. Grazie all'arrivo di visitatori ne sono state vendute con la stessa modalità anche altre 50, appartenenti a privati. Una delle case vendute dal comune è stata persino acquistata dal network televisivo statunitense Discovery Channel per utilizzarla in un programma.