GENOVA -"Mi chiamo Pierluigi" precisa solo al cronista che lo chiama Gianluigi, forse evocando il mitico Buffon.
Per il resto Gianluigi Gollini, portiere del Genoa che ha una vita e soprattutto un profilo social da rapper come "Gollorius", nonostante ami cantare e postare, non ha detto una parola della sua visita al museo di Fabrizio De Andrè di via del Campo 29 Rosso, non ha detto una parola nonostante i giornalisti fossero stati invitati lì da lui con il solo patto che si sarebbe parlato solo di musica e di Genova, ma non di Genoa e non di calcio.
Pare che il ragazzone bolognese con l'anima rap, al primo anno nella sua squadra rossoblù, si sia subito innamorato della città vecchia e dei vicoli di De Andrè, artista oltretutto con un grandissimo cuore rossoblù, impossibile da non amare se si si fa musica.
Gollini, look da rapper con tanto di catena al collo, si è infilato nel museo a fare selfie e video davanti ai quadri e ai cimeli di De Andrè, con tanto di immagini con la chitarra di Faber, approfittando del pomeriggio di chiusura. Serranda mezza abbassata molti turisti hanno provato a infilarsi, tentativo però respinto: oggi il museo di Faber era riservato al rapper Gollorius.
L'artista con i guanti che difende la porta del Genova nel 2018 ha pubblicato il singolo "Rapper coi guanti", il cui incasso venne devoluto in beneficenza. Quattro anni dopo, il 23 giugno 2022, il suo secondo singolo Champions Dream, realizzato con il rapper Vegas Jones, per celebrare il suo esordio nella Championen League con l'Atalanta.
Ora il video nei carruggi con il pensiero a Faber, in quella via del Campo simbolo anche di degrado, il mondo dolente e sofferente raccontato da Gollorius, il bambino con il rap nel cuore che sognava di fare il portiere.
IL COMMENTO
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