Il black friday piace, soprattutto ai consumatori: in Italia due persone su tre dichiarano che faranno acquisti venerdì 29 novembre, quell'ultimo venerdì del mese che è divenuto storicamente giorno di grandi ribassi. Abitudine mutuata dagli Stati Uniti e che, complici anche gli acquisti online, si è diffusa ormai ovunque. Tanto che anche le piccole botteghe si vedono ormai obbligate ad aderirvi.
A chi piace questa giornata di sconti? Soprattutto a donne e adulti sotto i 50 anni, più a nord che a sud. Obiettivo: l'acquisto scontato dei regali di Natale. Con la predilezione per l'abbigliamento (seppure in lieve calo), e per l’elettronica che fa un balzo in avanti. Bene anche i prodotti per la cura della persona, gioielli, libri e articoli per bambini. Il budget? Quest'anno è di 261 euro, contro i 236 euro del 2023.
Black friday? Inutile eliminarlo
"Da lunedì 25 novembre in tutta la Liguria, secondo la legge regionale n.1 del 2007, scattano i 40 giorni prima dei saldi invernali in cui per i negozi e le attività commerciali dell'abbigliamento, calzature, accessori e tessili è vietata qualsiasi vendita promozionale o scontistica pubblicizzate nelle vetrine sia reali che virtuali. Con un'unica eccezione per la sola giornata del Black Friday venerdì 29 novembre, per cui è stata chiesta dalle Associazioni di Categoria una deroga", spiega Confcommercio in una nota.
"Inutile tentare di eliminarlo", spiega a Primocanale Manuela Carena, presidente di Federmoda Confcommercio Genova. Con una specifica: "Da anni come sindacato abbiamo scelto di non assecondarne le varie derive come i black weekend o le black week: crediamo che le continue svendite alla lunga siano uno dei principali motivi di chiusure e abbassamento del livello dell'offerta commerciale”.
Botteghe storiche, a Genova è record
Proprio il black friday è una delle motivazioni che porta - con prezzi continui al ribasso - a costringere alla chiusura tante botteghe. "Ogni giorno leggiamo di un negozio storico che chiude, ma abbracciare la politica del prezzo stracciato e delle continue svendite mette sempre di più i nostri negozi in concorrenza con i vari e-commerce, le catene e i centri commerciali segnando l'inizio della fine", continua Carena.
"Mettiamo l'accento anche sulle tante aperture. La rete delle botteghe storiche genovesi è tra le più ricche del territorio nazionale, è un patrimonio che dobbiamo difendere, dall'esterno le difficoltà che arrivano sono tante ma anche a livello locale possiamo far molto per tutelarle. Anzi è un gruppo che continua a crescere, sono tante le realtà che potrebbero avere la targa storica. E dobbiamo imparare a sfruttare questa situazione. Se tanti chiudono, puntiamo l'attenzione su quelle che crescono come le botteghe storiche", conclude la presidente genovese di Federmoda.
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