La storia di Gilberto Salmoni è una testimonianza toccante e preziosa della tragedia della Shoah. Nato nel 1928 a Genova in una famiglia ebrea, Gilberto ha vissuto in prima persona l’orrore delle leggi razziali, l’arresto nel 1944 mentre cercava di fuggire in Svizzera e la deportazione nei campi di concentramento nazisti. I genitori e la sorella Dora furono deportati ad Auschwitz e uccisi nelle camere a gas. Gilberto, insieme al fratello Renato, fu internato a Buchenwald, dove riuscirono a sopravvivere e tornare in Italia.
"Una ferita indelebile - racconta a Primocanale l'ultimo genovese sopravvissuto ai lager nazisti che oggi ha 97 anni - è ovvio che poi mi sia rifatto una vita, sia tornato a studiare e poi iniziato a lavorare. Ho due figli e una compagna, sono felice e vivo alla giornata. Mi dicono che molti giovani oggi non sappiano quanto accaduto in quegli anni, è anche normale dopo tanto tempo perciò dobbiamo tutti fare il possibile per far sì che quella tragedia non venga mai dimenticata".
Un fatto sorprendente e commovente è accaduto molti anni dopo: nel 2018, Gilberto ha ricevuto la valigia appartenuta alla sorella Dora, conservata per oltre settant’anni da una donna di Bormio. Questa donna, che aveva condiviso per pochi giorni la stessa cella del carcere di Como con Dora, aveva custodito quell’oggetto, ignoto a Gilberto fino a quel momento. La valigia è diventata un simbolo della memoria e del legame con la sorella perduta, riaffiorando dopo decenni come ulteriore testimonianza del passato che continua a parlare attraverso gli oggetti e i ricordi.
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