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Il professore dell'Università di Genova Alberto De Sanctis davanti a centinaia di studenti del liceo durante la cerimonia ha voluto ricordare anche i Giusti tra le Nazioni genovesi, un ricordo non passivo
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di Aurora Bottino

"Questo è un giorno che non deve far pensare alla passività ma all'attività, proprio perché come recita l'articolo 2 della legge istitutiva del giorno della Memoria questo non deve più accadere, mai più ripetersi". Così il professore dell'Università di Genova Alberto De Sanctis davanti a centinaia di studenti del liceo durante la cerimonia ufficiale delle celebrazioni in occasione del Giorno della Memoria nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. 

Il presidente di Regione Marco Bucci: "Chiediamo ancora una volta scusa"

"Il Giorno della Memoria ricorda fatti terribili, le leggi razziali furono un esempio di fatti terribili, i giorni più bui della storia di Genova, abbiamo combattuto contro i nazisti e ci siamo liberati nel '45 ma non abbiamo avuto il coraggio di combattere contro le leggi razziali qualche anno prima, quando invece molti genovesi hanno aiutato gli ebrei a emigrare".
Così il presidente della Regione Liguria Marco Bucci ricorda le leggi razziali fasciste del 1938 poco prima di salire sul palco per la sua orazione. "Molti singoli si sono dati da fare - evidenzia Bucci - ma la città intera non è riuscita a fare quello che doveva e qualche anno fa abbiamo chiesto scusa ufficialmente alla comunità ebraica per non aver reagito alle leggi razziali. È un dovere della nostra città. Il messaggio deve andare ai giovani e a quelli che non hanno vissuto queste cose: senza memoria non c'è futuro. La memoria serve per programmare il futuro delle generazioni".

Il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi: "Tanti i genovesi tra i giusti tra le nazioni"

"Oggi è una giornata importante, una giornata da ricordare, lo dice il giorno stesso. Questa è una giornata che ogni anno cerchiamo di celebrare con sempre maggiore solennità e coinvolgimento. È la pagina più vergognosa della storia della nostra città, indubbiamente, però è anche un momento in cui emersero persone molto coraggiose, persone che si ribellarono a quello stato delle cose, persone che nascosero ebrei, che salvarono ebrei". Così il sindaco di Genova facente funzioni Pietro Piciocchi. "La nostra città ha avuto molti riconoscimenti di giusti tra le nazioni e quindi, mentre guardiamo a quel drammatico contesto storico e ci impegniamo a livello collettivo e individuale perché quel passato non ritorni mai più e cerchiamo di sensibilizzare i giovani, guardiamo anche a questi esempi positivi che ci sono di grandissimo incoraggiamento".

Il professore Alberto De Sanctis: "La memoria si deve preservare ma deve essere percepita"

"Questo è un ricordo che non deve essere un ricordo passivo, non deve essere un ricordo libresco, ma un ricordo che spinge ad agire, a operare, ad assumere dei comportamenti concreti. Un po' come hanno fatto i giusti fra le nazioni, che non hanno avuto paura di assumersi la responsabilità di disobbedire quando la legge è diventata una legge ingiusta e disumana". Dopo le parole della senatrice a vita e sopravvissuta alla Shoah Liliana Segre, che ha manifestato la sua paura riguardo al futuro, quando non ci saranno più superstiti e nemmeno i loro nipoti, il professore ha spiegato: "Il ricordo è come sempre soggetto ad interpretazioni. Quindi ritengo che comunque si possa preservare la memoria della Shoah, l'importante è che sia recepita, che sia accolta come una memoria che riguarda l'universalità del genere umano, quindi che si situi all'interno di quello che è o all'interno di quella che può essere una rivendicazione del primato dell'umanità e della coscienza dell'uomo".

I giovani ricordano la Shoah

Durante la cerimonia sono stati premiati gli studenti che hanno partecipato alla 23esima edizione del concorso nazionale I giovani ricordano la Shoah e dopo le tante orazioni l'evento si è concluso con la consegna, da parte delle Autorità, delle Medaglie d'Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, e ai familiari dei deceduti, deportati o internati, e destinati al lavoro coatto, per l'economia di guerra. Le Medaglie sono conferite alla memoria di Eugenio Biso; Lorenzo De Simone, Luigi Gaiaschi, Emilio Lattanzi, Pietro Pedron, Cosimo Salvatore Scialpi e Giuseppe Siffredi

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