
I commissari dell'ex Ilva avrebbero dato il via libera al consorzio azero guidato da Baku Steel con il supporto del governo dell'Azerbaijan. Ora toccherà al governo dare l'ok definitivo. È quanto scrive l'edizione odierna del Sole 24 Ore secondo il quale non si tratterebbe di "un passaggio formale ma sostanziale".
Nei prossimi giorni - si legge - dovrebbe esserci un passaggio tra Mimit e palazzo Chigi. Nel frattempo, si è aperta la fase della negoziazione in esclusiva con gli azeri, nel corso della quale si dovrebbe definire la "quota statale del 10% in capo a Invitalia (con apposita norma). E potrebbe esserci anche un'apertura alla partecipazione degli indiani di Jindal Steel International".
La proposta di Baku nel dettaglio parla di settemila occupati effettivi
Nel dettaglio della proposta di Baku, a regime gli occupati effettivi dovrebbero essere circa 7mila (in calo), con soltanto un altoforno e due forni elettrici, che col tempo dovrebbero diventare tre (mentre l'altoforno verrebbe chiuso sul medio periodo). Fatto che avrà ricadute sulla produzione, che così arriverebbe al massimo a 6 milioni di tonnellate. Questi numeri saranno tema di trattativa anche con i sindacati. E bisognerà vedere se ci sarà il via libera del ministero della Salute.
I sindacati: "Imprescindibile incontro per conoscere i contenuti dell'offerta"
"Prima dell'avvio della trattativa con gli azeri, diventa imprescindibile un incontro sindacale per conoscere i contenuti dell'offerta presentata e ritenuta migliore dai commissari e dal Mimit, come abbiamo chiesto all'ultimo incontro a Palazzo Chigi". Lo dichiara Rocco Palombella, Segretario generale Uilm. "Le indiscrezioni che leggiamo sulla stampa sono preoccupanti - prosegue - perché si parla di un piano che rischia di distruggere la produzione di acciaio e di provocare migliaia di esuberi. Non dobbiamo ripetere gli errori del passato. Vogliamo conoscere e negoziare il piano industriale, gli investimenti ambientali e tecnologici, i livelli occupazionali. Fermatevi prima di assumere posizioni irreversibili. Non accetteremo pacchi preconfezionati".
"Non siamo affezionati al nome e alla nazionalità, ma saremo attentissimi al piano proposto". Lo ha detto, parlando delle ultime notizie sull'acquisizione dell'ex Ilva, il segretario nazionale Fim Valerio D'Alò, sottolineando "l'importanza di un approccio che tenga conto non solo degli aspetti economici, ma anche della salvaguardia dei posti di lavoro e della sostenibilità ambientale". "Attendiamo di conoscere come lo Stato declinerà la volontà di essere presente - aggiunge -. Non faccia il governo l'errore di stipulare un 'loro' contratto e poi, solo in un secondo momento, coinvolgerci".
"La proposta della cordata azera, che è stata definita la migliore dai commissari, rappresenta un'opportunità significativa per il futuro dell'ex Ilva e dell'industria siderurgica italiana", commenta Fim, ribadendo che però "è essenziale che le scelte siano fatte con la massima attenzione e che il piano industriale che verrà presentato tenga conto delle esigenze dei lavoratori e delle comunità locali". E il sindacato "si impegna a vigilare affinché le promesse fatte non rimangano solo parole, ma si traducano in azioni concrete che garantiscano un futuro sostenibile e dignitoso per tutti".
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