Attualità

La lettera integrale firmata dal legale del Comitato Ricordo Vittime ponte Morandi
4 minuti e 58 secondi di lettura
di Redazione
A sinistra Egle Possetti, presidente Comitato ricordo vittime Morandi e Giovanni Castellucci, ex Ad di Aspi

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del legale del Comitato Ricordo vittime Ponte Morandi Raffaele Caruso dopo le dichiarazioni spontanee dell'ex numero uno di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, dove, secondo l'avvocato, c'è stato un uso distorto della relazione del tecnico di parte.

"A qualche giorno di distanza, cosa resta delle dichiarazioni spontanee rese dall’Ing. Castellucci nel Processo per il crollo del Ponte Morandi?
Tanti elementi che saranno oggetto di riflessione per la discussione. Forse un po’ di sconcerto per aver visto utilizzare pezzi della nostra difesa come “vessillo di purezza” per la dichiarazione di esenzione dalle colpe.

In particolare, la consulenza dell’ingegner Rugarli è stata citata a pezzi, fuori contesto, tacendo quei passaggi che ne chiarivano il senso di profonda critica all’operato di ASPI e SPEA. Un abile copia-incolla che ricorda d’altronde i tanti copia-incolla che si sono avuti nel corso della storia del Ponte Morandi, come il processo ha chiaramente rivelato.

Sono stati due i passaggi della relazione dell’Ing. Rugarli citati dall’Ing. Castellucci: il primo relativo alla Consulenza del CESI, il secondo relativo alla previsione di vita per gli stralli della pila 9 fino al 2030, che sarebbe stata avallata da uno dei più autorevoli ingegneri del tempo: il Prof. Martinez.
A proposito della consulenza del CESI Castellucci ha ricordato il seguente passaggio della CT di Rugarli: “La prima [richiesta fatta a CESI] riveste un particolare interesse perché era la prima volta che il sistema di controlli veniva sottoposto a una validazione in teoria indipendente da quella delle società che a vario titolo si prendevano cura del ponte dal 1993.” E ciò per sottolineare che ASPI aveva chiesto un controllo esterno. Castellucci si è domandato il perché di quel “in teoria indipendente”.

Ma il senso di quel richiamo alla consulenza CESI e la spiegazione di quell’inciso (“in teoria indipendente”) Rugarli la dà poche righe sotto: “Per quanto riguarda il metodo riflettometrico, viene descritto cosa esso sia (pag. 16/63 del documento B6004237) e quali sarebbero le sue virtù. Ciò viene fatto copiando parola per parola quanto detto nel tipico report MOST relativo alle prove riflettometriche.[…] Non c’è nessun tentativo di elaborazione della informazione, di comprensione del significato più profondo e delle possibili limitazioni, nessun controllo: il testo della relazione CESI è copincollato dalla relazione relativa alle prove riflettometriche. In pratica, la società A commissiona alla società B un controllo delle proprie procedure, e la società B le descrive senza commento copiando e incollando parte dei documenti usati dalla società A per descriverle. Si tratta, senza dubbio, di una ben strana modalità di “esame”.

Ascoltato in aula, Rugarli aveva detto a riguardo: “qui c'è una doppia abnormità. La prima abnormità è che CESI faccia questo lavoro in questo modo. La seconda abnormità ai miei occhi di persona che ha fatto validazioni lungo tutto l'arco della sua vita e le ha subite è che chi commissiona questa validazione la riceva e non dica nulla rispetto al fatto che gli vengano rispediti gli stessi documenti che lui ha mandato”.
Le parole dell’Ing. Rugarli rese in udienza chiariscono da sole la strumentalità della citazione di Castellucci.
Per quanto riguarda il famoso articolo del 1993 firmato anche dal prof. Martinez y Cabrera, grande e riconosciuto esperto di ponti, in cui si diceva che la pila 9 sarebbe stata rivedibile nel 2030, Rugarli aveva scritto che un tale parere aveva indotto un calo di attenzione sulla stessa pila, dato che un grande esperto aveva detto che era rivedibile dopo 36 anni. Questo passo è stato citato in aula da Castellucci, come possibile spiegazione dell’accaduto.

Tuttavia il passo proseguiva dicendo: “regole scritte ma assolutamente rispettate tali per cui l’effetto alone è alla base di ogni valutazione di merito. L’effetto alone è quella distorsione cognitiva, sociale e psicologica, per la quale una persona altrimenti nota o con fama di essere molto brava, produce solo affermazioni di cristallina saggezza senza mai commettere errori o, al contrario, una persona non nota o di competenza non altrimenti sociotecnicamente testimoniata da cariche accademiche, presidenze, vicepresidenze, segretariati, centinaia di pubblicazioni (per quanto incredibile tale è la media corrente), può solo fare affermazioni sbagliate quando in contrasto con quelle del mondo accademico e tecnico più noto e consolidato.”.
Ma questo passo Castellucci non lo ha citato.

Sempre nella CT, nel capitolo dove spiega cosa sia l’effetto alone e perché c’entri con il crollo, Rugarli aveva scritto:
“il ragionamento tecnico e scientifico non deve essere distorto da bias cognitivi e da convenienze sociali. Quando una persona (suo malgrado) diventa intoccabile, e indiscutibile, chiunque essa sia, si pongono le basi per gravi disastri. Non si può fare attività scientifica e tecnica rispettando le convenienze sociali o le gerarchie”.

E ancora:
“Oltre che al prof. Morandi, l’effetto alone fu associato e ha prodotto effetti deleteri anche considerando un altro grande esperto, che si occupò del ponte nei primi anni ’90, vale a dire il prof. Martinez y Cabrera. Purtroppo il professore aveva firmato un articolo in cui si affermava, in verità senza alcuna seria base tecnica e senza entrare nel merito, che i tiranti della pila 9 sarebbero stati rivedibili nel 2030 .[…]. Ma, una volta che un grande esperto, riconosciuto e stimato come il prof. Martinez, aveva firmato un simile parere, l’effetto alone e la fallacia genetica avrebbero trasformato quel parere francamente insostenibile nella assoluta certezza di un parere inoppugnabile".

In buona sostanza l'ingegner Rugarli dichiara che la previsione di vita sino al 2030 dei tiranti della pila 9 era stata fatta senza alcuna seria base tecnica e senza entrare nel merito, giudicando quel parere “francamente insostenibile”. Veniva poi spiegato il meccanismo che può avere condotto le società ad abbassare il livello di guardia. Ma questo abbassamento del livello di guardia, come scritto da Rugarli, è inaccettabile per chi ha quale suo compito la sorveglianza di un manufatto, tanto più così delicato come il Ponte Morandi: il sorvegliante deve dubitare, non deve credere!""

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook