
"E' un grande dolore la sua morte è stata un po' uno shock, oggi cominciamo a realizzare il fatto che abbiamo perso una grande persona".
Io gli scrivevo, e lui mi rispondeva
Lo dice in riferimento alla morte di Papa Francesco Alfredo Maiolese, genovese presidente della Lega musulmani europei, che aggiunge: "Francesco non è stato soltanto importante da un punto di vista dottrinale per voi cristiani cattolici, ma è stata soprattutto una persona che ha lottato molto per costruire ponti con le altre religioni, con la comunità islamica. Io gli scrivevo, ho molte lettere, e lui mi ha sempre risposto".
Alla fine del mondo partendo da Genova
Maiolese rimarca la grande attenzione di Francesco ai migranti: "Colui che è venuto dalla fine del mondo è partito da Genova, i suoi genitori sono partiti da qui, era un migrante. La sua è la storia di una persona che ha saputo interpretare la necessità e le virtù anche di tutte queste persone che con una valigia rotta sono partite, sono andate in un altro Paese, è un po' quello che sta succedendo oggi. Tant'è vero che all'inizio del suo mandato Papa Francesco era andato a Lampedusa per sostenere tutte queste persone che dalle guerre o da situazioni non poco dignitose arrivano in Italia cercando un lavoro".
Maiolese ha mandato un messaggio di cordoglio alla sua eminenza Cardinale Parolin e all'arcivescovo di Genova. "Francesco ha costruito e quando è venuto a Genova noi musulmani siamo stati invitati".
Sport come ponte fra le persone
Il presidente degli islamici europei sottolinea anche che Francesco è stato un uomo che ha amato lo sport "noi abbiamo organizzato a gennaio "Un calcio alla guerra" dove cristiani, musulmani ed ebrei e tante persone sono venute per stare insieme e per dare un calcio alla guerra".
Si spera che la Chiesa continui con questo modo di interpretare il rispetto per le altre religioni e da parte nostra noi dobbiamo avere il dovere morale davanti a Dio, davanti agli uomini, di continuare questo dialogo e di far sì che per mezzo delle nostre parole la società sia più stabile, più sicura e più armoniosa".
"Genova senza moschea? Ci siamo arrangiati
Maiolese non fa polemiche quando gli si fa notare che a Genova manca ancora una moschea ufficiale. "Questo è un dibattito che va avanti da tanti anni, diciamo che ci siamo accontentati, c'è anche a dire che gli spazi di Genova sono quelli che sono, abbiamo tanti piccoli centri, è da lì che partiamo appunto con la quotidianità, dove vanno i bambini, dove ci ritroviamo il sabato sera piuttosto che la venerdì per le preghiere, (dove organizziamo degli incontri, dove gli italiani possono venire a incontrarci, abbiamo grandi rapporti con le chiese limitrofe".
Maiolese conferma il buon rapporto con i politici: "La religione deve essere uno strumento di pace, non deve dividere ma sottolineare gli elementi che ci accomunano sotto l'unico Dio piuttosto che quelli che ci dividono, non c'è costrizione nella religione ma massimo rispetto.
A Genova 20 mila musulmani
Il presidente della Lega musulmani europei dice che gli islamici a Genova sono circa 20 mila che diventano 35-40 mila in Liguria, "sicuramente una minoranza rispetto agli altri, ma comunque è una buona presenza e ultimamente in aumento soprattutto a Genova grazie ai migranti del Bangladesh che arrivano qui per motivi di lavoro".
Maiolese ricorda che quando il Papa venne nell'ex Ansaldo di Genova disse un imprenditore per prima cosa deve essere un operaio, "mi ha colpito che Francesco quando era arcivescovo di Buenos Aires prendeva il pullman per andare alle diocesi, questo è il Papa che dà un esempio e non si limita agli annunci. Ci mancherà questa persona e l'esempio che ha dato, ricordo una sua frase, il monito per la "globalizzazione dell'indifferenza" e l'invito appropriarci della fede e del fatto sia un mezzo di cammino per un rapporto con gli altri e nel rispetto degli altri".
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IL COMMENTO
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