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Artigliere alpino, deportato il 9 settembre 1943 nei campi di lavoro tedeschi e liberato dai sovietici il 27 gennaio 1945, dopo un lungo e difficile periodo di prigionia, ad agosto compirà 103 anni
1 minuto e 7 secondi di lettura
di Aurora Bottino - Giorgia Fabiocchi

È Valente Garibotti uno delle persone che incontrano il presidente Sergio Mattarella, a Genova in occasione dell'80esimo anniversario della Liberazione. Artigliere alpino, deportato il 9 settembre 1943 nei campi di lavoro tedeschi e liberato dai sovietici il 27 gennaio 1945, dopo un lungo e difficile periodo di prigionia, ad agosto compirà 103 anni, a Primocanale ha raccontato i suoi 19 mesi al fronte. "Ricordo di tutto e di più, malefatte, morti, distruzioni, soprattutto tanta vigliaccheria".

"Ho sentito che il 25 Aprile divide, ma non bisogna avere dubbi"

"Ho visto e ho anche sentito ieri alla televisione che ci sono certe divisioni, mi meraviglio, perché se avessero provato quello che ho provato io non ci sarebbero dubbi. Bisogna essere uniti per andare avanti e avere rispetto per gli altri".

Valente Garibotti a sinistra, il partigiano Giotto Giordano Bruschi

"A Mattarella dirò di eliminare la parola guerra"

"Sono lieto di incontrare Mattarella, al quale dirò di lottare per la pace e di eliminare, se possibile, la parola guerra. Io non posso più vedere le guerre, io che le ho subito per 19 mesi che ricordo ancora troppo bene quando ad Anzica era un bombardamento continuo, dalla mattina alla sera, ancora oggi non so chi mi ha salvato.

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