Precarietà, salario, sicurezza sono le tre priorità nazionali sul fronte del lavoro che quest'anno Cgil porta a Roma in occasione del Primo maggio, giornata che ricorda i diritti dei lavoratori. "L'articolo 1 della Costituzione parla del diritto al lavoro: il nostro è un Paese fondato sul lavoro, cioè sui diritti dei lavoratori", racconta Maurizio Calà, segretario regionale Cgil Liguria, a Primocanale.
Le persone guadagnano meno e non si recupera nemmeno l'inflazione
"Continuiamo ad avere tre grandi problemi sul lavoro: il primo è la precarietà, più del 90 per cento viene assunto precario. La seconda partita è quella del salario, oggi le persone guadagnano meno e non riescono a recuperare nemmeno l'inflazione. Il terzo è la sicurezza sul lavoro: nel bimestre del 2025 solo in Liguria abbiamo avuto 2681 denunce di infortuni e 5 morti in due mesi solo in Liguria, 43 mosti nel nord ovest, 139 morti in Italia. Parliamo di stragi che nella storia del nostro Paese si sono visti solo in momenti delicati eppure di questo non si parla. Il Primo maggio è occasione per ragionare sui diritti dei lavoratori".
Liguria maglia nera per le malattie professionali
Una Liguria che per quanto riguarda i dati sugli infortuni, ma soprattutto delle malattie professionali purtroppo non vanta dati positivi. Da gennaio 2019 a fine febbraio 2025 contiamo 211 incidenti con esito mortale per oltre 128mila denunce. Sul fronte invece delle malattie professionali denunciate in Liguria, nel 2024 sono state 1.992 con un aumento del 39% sull'anno precedente. E proprio la Liguria vede un aumento superiore alla media nazionale (+22%) e a quella del Nord-Ovest (+19%). Questo perché, spiega Calà, "Abbiamo una situazione di piccole e piccolissime aziende, il 95 per cento del territorio è fatto da microimprese, è un territorio complesso. Il problema vero è che quando succedono queste cose è perché hai pochi controlli e aziende che non investono abbastanza sulla sicurezza. E' necessario rinforzare le ispezioni e che regione e imprese facciano un salto di qualità e questo riguarda anche il pubblico".
In Liguria preoccupa la deindustrializzazione
"Nella nostra regione preoccupa la deindustrializzazione: continuiamo ad aspettare qualche miracolo ma le grandi vertenze, come Ilva e Piaggio, sono ancora appese. Ansaldo o Leonardo, situazioni più tranquille, dovrebbero non avere problemi sul fronte assunzioni di personale ma lo hanno sul piano industriale. C'è poi il problema demografico: in dieci anni la Liguria ha perso 80mila residenti solo perché sono entrate 117mila persone che sono venute a lavorare in questa terra altrimenti avremmo perso oltre 200mila persone", conclude Maurizio Calà.

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