“Sono drammi che abbiamo sentito raccontare dai nonni e che ora viviamo tragicamente sulla nostra pelle”. La voce si incrina per la commozione e quasi piange, Simone Franceschi, il sindaco di Vobbia che a Primocanale racconta l’esperienza che lo vede protagonista insieme ai volontari della Croce Verde di Busalla con i quali sta per portare in Liguria 18 profughi ucraini. Il suo racconto è quello di un viaggio nell’orrore di una guerra dove come sempre a pagare sono soprattutto i più deboli, i più inermi, i più innocenti: donne e bambini.
“Abbiamo viaggiato bene fino in Ungheria prima di arrivare in Romania - nella notte tra giovedì e venerdì - attraverso una serie tortuosa di passi con una temperatura di dodici gradi sotto zero in mezzo ad una tormenta di neve. Il mattino dopo abbiamo raggiunto la persona che la Croce Verde aveva contattato che ci ha portato in un grande salone pieno di materassi. Abbiamo visto persone arrivare con gli zaini, alcuni con un cane, bambini abbracciare animaletti di pelouche che portavano con sé. A questo si aggiunge il dramma delle famiglie che vengono brutalmente divise: stanotte per esempio una mamma con sei figli è riuscita faticosamente a sentire il marito rimasto in Ucraina che ovviamente non può raggiungerli”
Di questi 19 profughi presi in cura qualcuno di loro verrà ricongiunto a parenti che già si trovano in Italia, a Bologna e Voghera, mentre una decina arriverà in Liguria dal momento che a Busalla, Ronco Scrivia e Savignone sono già stati individuati appartamenti che li ospiteranno per il tempo necessario a tutte le formalità necessarie, comprese quelle di tipo sanitario. L’arrivo è previsto nella tarda serata di oggi.
IL COMMENTO
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