GENOVA -"Ho occupato questa casa perché a dicembre faceva freddo e non riuscivo più a dormire per strada, da quando ho perso il lavoro non ho niente, per mangiare la sera faccio il giro delle panetterie e delle rosticcerie in cerca di avanzi...".
Quella di Stefania è una storia di ordinaria povertà. Lei, 45 anni, milanese, ha occupato un appartamento popolare del Cep di Prà, nel ponente di Genova dove vive lì con il suo cane e forse il fidanzato, che lei definisce clochard.
Ha occupato abusivamente un'abitazione in un quartiere popolare dove forse le case vuote sono più di quelle assegnate, come denunciano indignati tanti inquilini e come abbiamo constatato anche noi.
Sono stati un grosso lucchetto e una catena usati a mo' di serratura sulla porta rotta a condurci nella casa popolare occupata abusivamente da Stefania.
Dai pochi centimetri di apertura dell'ingresso capiamo che dentro c'è qualcuno, oltre un cane, che però non ringhia come presumibilmente avrebbe fatto nel caso fosse stata solo.
Gridiamo per chiedere se dentro c'è qualcuno. Stefania prima non risponde, poi accetta di parlare ma solo da dietro la porta e la promessa che non sveleremo mai dove vive.
Le garantiamo la massima riservatezza.
La voce della donna è sofferente, tirata. Per tutta l'intervista non la vedremo mai in viso.
"Sono di Milano, sono venuta a Genova per motivi di salute perchè ho l'asma. Ora non ho più nessun familiare e mi è rimasto solo qualche amico. Avevo un lavoro fisso da colf e badante, che ho perso. Sono stata costretta a occupare perchè non ho diritto a fare la domanda per una casa popolare perchè non ho una residenza. Come ho individuato la casa da occupare? Me l'ha suggerito un amico della zona che conoscendo la mia situazione mi ha detto che c'era questa casa vuota. Ma non ho spaccato la porta, era già in parte aperta. Dentro ho messo l'indispensabile, un letto e un tavolo. Se ho un medico? Non posso, quando ho un problema vado al pronto soccorso, lo so che vivo da braccata, ma ora vivo così".
IL COMMENTO
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