Sono centinaia le polemiche che si sono scatenate sui social dopo la molestia in diretta tv ai danni di Greta Beccaglia, giovane cronista che dopo Empoli-Fiorentina è stata palpeggiata da un tifoso, Andrea Serrani di 45 anni, per cui è scattato il Daspo di 3 anni dallo stadio. L'uomo, rintracciato a seguito della denuncia da parte dell'inviata, si è scusato dicendo di non essere 'una cattiva persona', ma un padre di famiglia. Ma lei non ci sta: "io porto avanti la mia battaglia perché le scuse non le accetto. La mia denuncia ha denunciato il suo gesto, ma anche il gesto di tante altre persone che erano lì presenti. Porto avanti questa battaglia per tutte quelle ragazze che subiscono a telecamere spente ogni giorno". A suscitare lo sdegno del web anche la reazione del conduttore Giorgio Micheletti, che dallo studio le aveva detto
"Non te la prendere"
"Mi spiace molto per il collega che ha lavorato tanto con me e mi aiutato molto in passato nel mondo del calcio, partita dopo partita, domenica dopo domenica", spiega il giornalista toscano Simone Bachini che domenica si trovava a pochi metri da Greta, anche lui in diretta intento ad intercettare i commenti post-partita, intervenuto nella trasmissione di Primocanale "Liguria 2021".
"Mi spiace soprattutto per il suo commento che credo sia stato sbagliato"
"Micheletti si è autosospeso in queste ore, ha chiesto alla rete un momento di riflessione, dopo aver commentato di aver sbagliato. Voleva incoraggiarla in un momento di difficoltà, affinché restasse calma, ma quello che poi emerge dal resto della diretta è che dopo ci sono stati altri episodi simili".
Toscana Tv, infatti in una nota stampa ha rinnovato "il proprio sostegno e la propria solidarietà a Greta Beccaglia. L'aspettiamo nei nostri studi quanto prima nel solco della positiva collaborazione svolta fino ad oggi. Quello che è accaduto è una molestia. Una cosa inaccettabile. Se Greta vorrà, saremo al suo fianco nella denuncia sporta e speriamo che quanto accaduto possa aiutare noi, il mondo dell'informazione e nella fattispecie il mondo del calcio parlato, a costruire un 'discorso' pubblico più rispettoso". E su Micheletti la rete televisiva scrive: "abbiamo condiviso con il giornalista Giorgio Micheletti di concedergli l'opportunità di un momento di riflessione e di pausa professionale nella conduzione del format 'A Tutto Gol', al fine di chiarire lo svolgimento dei fatti riservandoci di valutare eventuali provvedimenti disciplinari".
Anche perché nel corso della diretta ci sono stati altri episodi di molestie. La polizia, infatti, è riuscita a risalire grazie alle telecamere di videosorveglianza dello stadio all'identità anche di un'altra persona, un 48enne fiorentino, che le avrebbe sfiorato le parti intime poco dopo, mentre altri le avrebbero fatto diversi apprezzamenti 'sgraditi'. Anche in questo caso il questore Filippo Santarelli ha emesso un daspo nei confronti del fiorentino, senza prescrizioni, impedendo l'accesso per due anni allo stadio.
The show must go on o era meglio fermare il collegamento? Per chi opera nei centri antiviolenza non ci sono dubbi. A esprimersi sulla vicenda è la psicoterapeuta Silvia Cristiani che condanna duramente quanto visto in tv. "Noi ogni giorno dovremmo parlare di 25 novembre e di eliminazione della violenza contro le donne. Passa proprio l'idea che questo tipo di violenza ancora non venga indentificata come tale, perché se un ragazzo avesse preso un pugno in faccia l'avrebbero capito subito e l'avrebbero definito subito come un gesto violento".
"Se invece una donna viene molestata sessualmente, passa ancora come una cosa che può succedere, mentre non può e non deve succedere"
"Questo è un concetto che dobbiamo ficcarci in testa tutti quanti perché deve cominciare ad essere una concezione sociale e culturale ben radicata in tutti noi. Non c'è sempre bisogno di minimizzare gli eventi per renderli più accettabili o più leggeri e sostenibili, non è stata una 'goliardata'. Se l'evento è grave ed è grave oggettivamente perché stiamo parlando di un reato va definito in quanto tale. La diretta andava fermata, anche per consentire alla ragazza di elaborare meglio la situazione".
Il cambiamento culturale è necessario, soprattutto affinché nessun altro scambi un gesto umiliante come questo in una bravata innocente. Di certo, però, la condanna dura deve esserci più per l'autore del gesto che per il conduttore che in un momento complesso come quello di una diretta televisiva ha forse detto la frase sbagliata, ma senza l'intenzione di voler giustificare quanto accaduto o di volerle mancare di rispetto.
IL COMMENTO
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